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Marco Erba: «I giovani che incontro nelle scuole sono curiosi e attenti»

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INCONTRI Scuola, educazione e lavoro sono i temi protagonisti degli incontri autunnali proposti dall’Ufficio cultura e scuola diocesano insieme ad alcune associazioni locali.

Ad aprire la rassegna “La scuola davanti alle sfide dell’oggi” articolata su quattro momenti sarà Marco Erba, scrittore, insegnante di lettere e collaboratore di Avvenire. Lunedì 14 ottobre, alle 18 nella sala del palazzo Banca d’Alba di via Cavour con Marco Buccolo, Erba in “Una scuola per diventare grandi, tra crisi e opportunità” rifletterà su opportunità e difficoltà della scuola d’oggi. Il giorno successivo, martedì 15, dalle 10 lo scrittore incontrerà gli studenti delle scuole superiori albesi in sala Ordet presentando l’ultimo libro: Il male che hai dentro (Rizzoli).

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Gli incontri proseguiranno lunedì 21 alle 18 con il filosofo Roberto Mancini. L’incontro guidato da Benedetta Bottallo, “Educare è liberare: per una scuola vitale” si terrà nell’aula magna del liceo scientifico Cocito. A seguire tornerà al centro il rapporto tra scuola e lavoro con la tavola rotonda di giovedì 7 novembre alle 18 nella sala di palazzo Banca d’Alba. Nell’incontro moderato da Gianfranco Bordone, “Oltre le competenze. Costruire percorsi di cittadinanza e professionalità” si confronteranno Giuseppe Porzio, Paola Merlino, Paola Boggetto, Eleonora Speziali e Matteo Rossi Sebaste.

Chiuderà il ciclo di incontri “Il posto del lavoro. La rivoluzione dei valori della GenZ” in programma giovedì 21 alle 18 nell’aula Bussi del Seminario vescovile. Con Gianfranco Bordone interverrà il sociologo Daniele Marini.

L’insegnante Marco Erba aprirà il ciclo di incontri, lo abbiamo intervistato.

Marco Erba: «I giovani che incontro nelle scuole sono curiosi e attenti»

Erba, vista la sua esperienza educativa, quali saranno gli argomenti del suo intervento?

«Cercherò, come faccio tutti i giorni nel mio lavoro, di proporre tracce di speranza. Sono sempre gli episodi negativi a fare notizia, ma la realtà è diversa. Anche da episodi di crisi sono possibili cambiamenti e crescita. Spesso gli studenti diventano dei modelli. Da loro noi adulti possiamo imparare la speranza nel futuro. Anche nella rubrica su Avvenire cerco di mettere in luce gli aspetti positivi».

Quali sono le problematiche dei ragazzi di oggi?

«Non mi piace parlare di problemi. Negli anni ho capito che anche dietro a episodi di violenza, trasgressione e provocazione si nasconde una grande fragilità. Sta a noi adulti ed educatori coglierla e capirla. Dobbiamo accompagnare la crescita dei ragazzi coltivando la relazione e l’autostima e capire che hanno molto da dare. La maggior parte dei ragazzi che incontro nelle scuole come docente e come autore ha voglia di imparare ed è attenta. È difficile trovare persone “chiuse”».

Quale ruolo formativo ha ancora la scuola?

«In quanto polo educativo, la scuola ha un ruolo fondamentale. Ha la responsabilità di formare gli studenti fornendo loro competenze professionali e non solo. L’empatia e l’altruismo, la voglia di lasciare un segno positivo, non sono meno importanti. Poi è fondamentale la cu-
riosità, studiare è un dovere, ma la voglia di scoprire il mondo fa la differenza. Sui banchi oltre alle nozioni acquisisci degli strumenti utili anche fuori».

Qual è il confine tra insegnati ed educatori?

«Negli anni ho conosciuto molti colleghi che si sentivano educatori. Oggi la tecnologia è molto utilizzata, ma il valore aggiunto sta nella capacità dell’insegnante di entrare in relazione, di appassionare. Mi piace pensare al nostro ruolo come a quello di un allenatore piuttosto che di un arbitro, non dobbiamo sanzionare, ma esercitare. Lo studio è fatica, per raggiungere certi risultati serve allenarsi, in questo è simile allo sport».

Quali differenze ha notato di recente in classe?

«Dopo gli anni della pandemia da Covid-19 c’è un grande lavoro da fare. Siamo tornati in classe e alla normalità, ma gli strascichi sono evidenti. Sono aumentati ansia e disagio, la paura di non farcela e la difficoltà a costruire legami. Anche chi ha ottimi risultati scolastici spesso abbandona gli studi per la pressione della relazione. Molti hanno attivato uno sportello di supporto psicologico e c’è maggiore attenzione e sensibilità per questi temi. Molti hanno bisogno di un adulto preparato e disponibile all’ascolto».

Di cosa parla il suo libro?

«Ho iniziato come scrittore nel 2018 con Fra me e te e la mia ultima pubblicazione è uscita a maggio. I protagonisti sono adolescenti alle prese con i propri sentimenti e alla ricerca di relazioni autentiche. Attraverso loro riesco ad approfondire molti dei temi che vivo in classe. Parlando del romanzo ho la possibilità di toccare molti elementi, dalle emozioni al futuro. Nelle sue pagine non mancano le difficoltà, la violenza e ovviamente nemmeno la speranza».

 Elisa Rossanino

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