
MEDIA La società San Paolo e le Figlie di San Paolo, in concomitanza con l’apertura del Giubileo della comunicazione hanno organizzato il convegno “Dalla competizione alla collaborazione: new media come vettori di speranza per i giovani in un mondo conflittuale”, con la moderazione di don Stefano Stimamiglio, direttore di Famiglia cristiana.
Nella suggestiva cornice della basilica di Santa Maria regina degli Apostoli, a Roma sabato 25 gennaio si è svolta la giornata di studio che ha riscontrato una grande partecipazione di pubblico e molti sguardi interessati a comprendere e riflettere sui nuovi media, il loro futuro e influenza nella società attuale.
L’incontro, svoltosi nel luogo più significativo per gli istituti della Società San Paolo e delle Figlie di San Paolo, piuttosto che proporre il classico panel in cui si alternano singoli relatori con propri interventi, ha optato per un format che prevedeva una serie di domande poste da giovani direttamente ad Andrea Casavecchia del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre, a Rosario Carello, Giornalista Rai, a Franco Vaccari Fondatore e presidente di Rondine – Cittadella della Pace, a suor Bruna Fregni consigliera generale delle Figlie di San Paolo, a Ivano Zoppi segretario generale di fondazione Carolina e a Orsola Vetri giornalista di Famiglia cristiana.
Le domande, proposte da giovani delle realtà di Rondine – Cittadella della pace, fondazione Carolina e da due ricercatrici universitarie, vertevano attorno al mondo della comunicazione, in particolare quello dei social e del giornalismo, e si interrogavano sulla capacità da una parte di promuovere fake news, una visione distorta dei fenomeni, un aumento dell’individualismo e della chiusura nei propri microcosmi, fino all’odio; dall’altra sulle potenzialità che social e media hanno di diffondere speranza, pace, incontro.
Cosa possono fare i giovani per affrontare cyberbullismo, disinformazione e trasformare la comunicazione in opportunità per un dialogo costruttivo e collaborazione, per divenire leader del cambiamento positivo? C’è spazio sui social per diffondere speranza e solidarietà? Come possiamo interrompere, noi giovani, tanti luoghi – ha chiesto Jesus, un giovane colombiano attualmente residente a Rondine Cittadella della Pace – la violenza che opprime e sviluppare una nuova comunicazione di pace”?
A queste e ad altre domande molto impegnative, serie e mai banali, i vari speaker hanno voluto rispondere partendo dalle loro realtà sociali, accademiche, professionali e di fede. Ne è uscito fuori un incontro denso, che ha offerto piste concrete di azione per giovani e non, che si inseriscono nel solco dell’Anno Santo il cui motto recita Pellegrini di speranza e del Giubileo del mondo della comunicazione che proprio il 25 gennaio veniva celebrato.
All’ingresso della basilica, in occasione del panel, è stata esposta la mostra “Comunicare la speranza. un’altra informazione è possibile”, promossa sempre dalla Società San Paolo e dalle Figlie di San Paolo, con il patrocinio del dicastero per l’evangelizzazione e del dicastero per la comunicazione, e affidata per la realizzazione all’agenzia Mediacor, sotto la regia di Paolo Pellegrini e Simona Borello.
La mostra è il frutto del lavoro dei giornalisti Francesco Antonioli e Gerolamo Fazzini, che si sono interrogati su come il giornalismo, al di là della giusta denuncia, possa anche comunicare fiducia, attesa di un futuro migliore, e su cosa abbia da dire il Giubileo appena cominciato al mondo dei comunicatori e dei media.
La mostra, che è stata esposta per la prima volta nell’ingresso dell’aula Nervi in Vaticano il 25 gennaio mattina, in occasione del Giubileo del mondo della comunicazione e sarà itinerante nei mesi successivi (sarà anche possibile prenotarla per iniziative presso istituzioni, centri culturali, parrocchie e realtà associative). Per maggiori informazioni, si può visitare il sito dedicato: https://mostragiubileo.alberione.org/
