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Il Vangelo di domenica 16 / Il coraggio di denunciare il fossato tra ricchi e poveri

Il Vangelo di domenica 16 febbraio
Il discorso della montagna, miniatura francese del XIII secolo. Parigi, Biblioteca Mazarine.

PENSIERO PER DOMENICA – SESTA TEMPO ORDINARIO – 16 FEBBRAIO

La Scrittura aiuta l’uomo a conoscersi. L’ha scoperto anche la psicanalisi. Ma da secoli questi testi hanno ispirato il pensiero e la spiritualità. Per conoscersi bisogna guardare in due direzioni: cercare le radici e valutare i frutti, cioè le scelte di vita. La conoscenza può essere facilitata da contrapposizioni schematiche come quelle che troviamo nelle letture odierne.

Un aiuto a guardare cosa c’è nel nostro cuore ci viene offerto dalla prima lettura, tratta dal profeta Geremia (17,5-8). Le espressioni sono molto forti e le contrapposizioni nettissime: «Maledetto l’uomo che confida nell’uomo… Benedetto l’uomo che confida nel Signore». Già sant’Agostino, nel De civitate Dei, parlava di questi due amori, sottolineando che essi sono entrambi presenti nel nostro cuore. Ogni giorno dobbiamo scegliere se fidarci di noi o confidare nel Signore: una scelta decisiva per le sorti della nostra vita, come vediamo dalle Beatitudini.

Le Beatitudini nel Vangelo secondo Luca (6,17.20-26) sono diverse dal Vangelo secondo Matteo. C’è una diversa collocazione – là sulle pendici di una montagna, qui in un luogo pianeggiante – facilmente spiegabile con il fatto che Gesù ha annunciato più volte questo messaggio. Più importante è la diversità di tono: in Matteo le parole di Gesù hanno la forma di una riflessione sapienziale; qui di un messaggio profetico: netto e urtante come le parole di Geremia. Oggi poi la novità profetica delle Beatitudini è più evidente che in altri momenti storici. Ci vuole il coraggio di andare contro corrente, per dire «beati voi poveri… Guai a voi ricchi», quando nel mondo non solo c’è il mito della ricchezza ma la sua concentrazione nelle mani di pochi. Cosicché anche il fossato tra ricchi e poveri non è mai stato così ampio.

Proclamando le Beatitudini, Gesù ha fatto una scelta di campo: ha lanciato un messaggio di speranza ai poveri e un avvertimento ai ricchi. Ai poveri ha promesso il Regno – un posto privilegiato nel cuore di Dio – e il rovesciamento, in cielo, della loro situazione: dalla fame alla sazietà, dal pianto alla gioia, dal disprezzo alla gratificazione. Ai ricchi Gesù ha ricordato la precarietà della loro condizione, che rischia di rovesciarsi. A volte già in questa vita; certo nell’aldilà. Sono parole forti che forse in altri momenti storici era più facile pronunciare. Oggi, alle orecchie di molti, parole simili suonano strane e inverosimili. Ma le Beatitudini sono un esame di coscienza del nostro essere cristiani, con una fede diversa dalla logica del mondo.

Lidia e Battista Galvagno

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