
ABITARE IL PIEMONTESE Marzo non è sempre stato il terzo mese dell’anno. Fino al 46 prima della nascita di Cristo, l’anno iniziava proprio con il primo marzo, periodo in cui si passava dall’inverno alla primavera!
Per combinazione in lingua piemontese con la parola Màrs, si esprime tanto il terzo mese dell’anno, quanto l’aggettivo ‘fradicio, marcio’. Succede spesso di giocare con questa bivalenza di significati. Addirittura il nono giorno del mese, se pronunciato in piemontese, indica sia il giorno stesso ‘9 Marzo’, sia ‘un uovo marcio’. Lo stesso accade con un modo di dire: Fòȓa Màrs, che Avȓì o ȓ’è lì; si dice quando qualcuno espettora.
Il doppio senso della parola è dunque una pura casualità, dal momento che l’etimo latino di Marzo sia Martium (mese dedicato a Marte), mentre quello dell’aggettivo ‘marcio’ sia Marcidus (appassito, marcio).
È stato prezioso e divertente collezionare i tanti proverbi che chiamano in causa Marzo, mese importantissimo per ricominciare l’attività agricola in Piemonte. Ecco perché la maggior parte sono correlati con il meteo.
A Carvé ëȓ galin-e taco a cové – a Carnevale le galline cominciano a covare. Carvé ‘d vaiȓe sman-e, ‘s maȓìjo fin-a ‘ȓ badan-e – Carnevale di varie settimane, si sposano anche le sciocche: in un carnevale che inizia tardi perché la Pasqua cade in Aprile avanzato, anche le donne ingenue possono trovare marito; una volta ci si sposava prima di Carnevale, in maniera che d’inverno la moglie fosse ancora mantenuta dai genitori e poi fosse disponibile per lavorare nei campi.
Fiòca marsolin-a duȓa da ȓa seira a ȓa matin-a – neve marzolina dura dalla sera alla mattina. Esse pai dȓa fiòca ‘d Màrs – essere coma la neve di Marzo, ovvero durar poco. Màrs o cambìa set bonet ao dì – Marzo cambia sette cappelli al giorno. Quandi Màrs o fa Avȓì, Avȓì o fa Màrs – quando Marzo fa Aprile, Aprile fa Marzo.
Màrs succ, gȓan pëȓ tucc – Marzo asciutto, grano per tutti. A Màrs manch ‘n ràt dovȓìja pissé ‘n campagna – a Marzo, neanche un topo dovrebbe urinare in campagna. Màrs sèch e bel ampiniss tin-e e botaj – Marzo secco e bello, riempie tini e botti.
Esse fòl pai dȓa lun-a ‘d Màrs – essere matto come la luna di Marzo, per indicare una persona imprevedibile, come è la “luna di Marzo”.
Da Màrs a Avȓì i-i è pòch da dì – da Marzo a Aprile c’è poco da dire, ovvero sono mesi che si equivalgono poiché considerati instabili. A Màrs, chi o n’ha nen, va descàss; a Avȓì, chi o n’ha o fa bel tnì – a Marzo chi non ne ha, va scalzo; ad Aprile, chi ne ha fa bene a tenere.
L’Anunsià a fa chité ëȓ vijà, ma a metà Stember son tornà – l’Annunciazione (25 Marzo) fa finire le veglie nelle stalle, ma a metà Settembre ricominciano. Se o tron-a pȓima dëȓ coco, ȓ’ànn o ven bon – se tuona prima del cuculo (1 Aprile), l’anno viene buono.
Paolo Tibaldi
