
BEVANDE C’è preoccupazione per la situazione geopolitica che si è venuta a creare negli ultimi mesi anche per il consorzio di tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che rappresenta oltre 550 produttori e 66 milioni di bottiglie realizzate ogni anno.
Il presidente Sergio Germano ammette di guardare con attenzione allo sviluppo degli eventi: «Continuiamo a fare attività di promozione, ma non abbiamo potere politico o economico per intervenire. I dazi, se verranno applicati, qualche fastidio ce lo daranno. Pertanto, abbiamo clienti che sono preoccupati e provano ad anticipare un po’ gli ordini, cercando di riuscire a portare su tutto il possibile prima di eventuali tasse nuove: è l’unica arma possibile al momento».
In realtà, i produttori stanno finora vivendo un periodo di «stabilità, anzi addirittura c’è stato un incremento della richiesta di contrassegni tra dicembre e gennaio; le analisi mensili nel nostro campo dicono molto poco». Il mondo del vino langarolo è comunque rassicurato dal fatto che «i nostri prodotti sono molto esclusivi e piuttosto limitati, non sono di larga produzione né di consumo. Di conseguenza, può essere assorbito meglio, anche psicologicamente, un eventuale rincaro in futuro». E in questa direzione lavora senza sosta il consorzio per «mantenere alta l’immagine attraverso la qualità».
Purtroppo, lamenta Germano, «siamo in un momento di estremismi, per esempio si è passati dal parlare degli effetti benefici del vino, se consumato con consapevolezza, a demonizzarlo e vederlo solo negativamente. Sono tutti allarmismi, come quelli legati all’inasprimento delle pene del Codice della strada, spesso difficili da interpretare».
l.g.
