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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Tavanàda

Significa: sciocchezza, stupidaggine, idiozia, imprudenza

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ABITARE IL PIEMONTESE Il significato di tavanàda non promette nulla di buono, tanto meno di ragionato. Si tratta effettivamente di una sciocchezza, una stupidaggine, un’imprudenza fatta o detta, talvolta uno sbaglio che risulta ridicolo. La tavanàda è figlia dell’irrazionalità. Per intuire il legame tra il significato di questa parola piemontese e la sua sonorità spiritosa è opportuno andare a ritroso: con tavan s’intende il tafano (tabu bovinus), con un’estensione di significato che culmina nell’appellativo scemo o sciocco. L’etimo è il latino di origine osco-umbra tafanum, per il classico tabanum (tafano).

Il significato derivato di delirio o sciocchezze è un collegamento forse dovuto al comportamento agitato e delirante (irrazionale) di chi viene punto da un tafano o in riferimento al disturbo creato dal ronzio dell’insetto. In senso figurato tavan indica una persona noiosa, importuna, uno sfruttatore. Oltre al sinonimo tavanarìa, meno utilizzato, esistono declinazioni intuibili: tavané significa delirare, farneticare, fare discorsi confusi, dire solo tavanàde. Il tavanon è uno scioccone, ma quando questo esagera diventa il re dij tavan.

Vale la pena un confronto con altre lingue neolatine, come il portoghese (tavao), il francese (taon), il borgognone e provenzale (tavan). Non meno importante è l’italiano utilizzato nelle regioni settentrionali. In un numero esilarante del Drive-in nel 1986, Ezio Greggio tentava di vendere improbabili opere d’arte di tale Teomondo Scrofalo, terminando con il memorabile: «Giudizio critico: tavanata galattica»! Anche l’autore Giuseppe Culicchia, originario del Sud Italia, ma migrato a Torino, nel suo libro Il Paese delle meraviglie, al capitolo tre intitolato Il nonno, scrive queste parole, certamente contestualizzate: «Dopo il venticinque aprile del quarantacinque non c’era più uno che tenesse ancora in casa una camicia nera. Quel Togliatti la tavanata non l’ha fatta grossa, l’ha fatta gigantesca». Tornando alla lingua piemontese è imperdibile un testo teatrale scritto dal commediografo Eraldo Baretti (1846-1895): Tavanada ant un att (sciocchezza in un atto).

Paolo Tibaldi

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