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Abitare il piemontese: la parola della settimana è Gëneuiȓa

Significa gentaglia, marmaglia, canaglia, ma anche erbaccia infestante

Scopriamo perché il preventivo viene detto "Paciàra" in piemontese

ABITARE IL PIEMONTESE Parola ricca di sfumature e origini complesse, gëneuiȓa si presta a diversi significati e interpretazioni. Nel suo senso più immediato, può riferirsi a qualcosa di fastidioso o cattivo, come le erbacce infestanti (la zizzania generica) che, in qualche modo, disturbano il terreno e la coltura. In questo contesto, gëneuiȓa assume il senso di gente fastidiosa, feccia o gentaglia, una massa d’individui poco stimolanti o addirittura nocivi.

La parola di questa settimana, però, ha anche un altro volto: quello di una marmaglia, di una ciurmaglia rumorosa e disorganizzata, spesso considerata senza valore. Talvolta chiamata anche gineuȓia, affonda le radici etimologiche nel latino genitoria, con un legame alla stirpe o discendenza. Da questa origine derivano termini francesi come génitoire e provenzali come genitori che indicano i testicoli. La parentela con il mondo della stirpe o del patrimonio biologico è evidente, anche se le interpretazioni si sono moltiplicate nel tempo.

Addirittura si suppone possa arrivare dal greco gheneà (stirpe, discendenza), cui si aggiunge il suffisso oriam, con valore negativo in piemontese. Alcuni linguisti come Mario Attilio Levi, ipotizzano che gëneuiȓa derivi dal latino medievale genitoriam, mentre altri, come Giulio Bertoni, suggeriscono un’etimologia più legata a ghenià, ossia stirpe. Recentemente, in ambito linguistico, si è preferito l’origine da un latino volgare generea, che potrebbe avere dato origine sia al termine piemontese, sia a forme similari in altre lingue occitane e francesi, comunque neolatine.

In ogni caso, la parola si carica di un senso negativo che evidenzia quanto nel parlato popolare, gëneuiȓa rappresenti quella persona o quella massa di persone o cose che disturbano, opponendosi all’armonia del contesto, spesso con un’accezione di disprezzo o critica sociale. La sua storia etimologica, complessa e sfaccettata, riflette le influenze di diverse culture e lingue, rendendola un esempio vivente della ricchezza linguistica piemontese.

Paolo Tibaldi

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