
di Paolo Tibaldi
ABITARE IL PIEMONTESE – Nelle campagne piemontesi la battitura del grano, oggi meccanizzata mentre una volta fatta a mano con strumenti tradizionali, avviene generalmente tra la fine di giugno e la metà di luglio. Il periodo preciso può variare leggermente in base all’altitudine (le Langhe hanno zone collinari che vanno dai 200 ai 600 metri sul livello del mare) e alle condizioni climatiche dell’anno, così come alla varietà coltivata.
Un sostantivo correlato è balòt. Con questa parola s’intende genericamente una quantità di materiale tenuto insieme da una corda, un carico, un fardello di qualche tipo, ma nell’ambito rurale della coltivazione del grano è quel parallelepipedo (piccolo imballo) che raggruppa paglia o anche di fieno. Oggigiorno la tecnologia agricola ha fatto sì che quel mucchio di paglia o fieno abbia una forma diversa dalle origini. L’imballo più moderno e rotondo è chiamato rotoballa, ma l’etimologia di balòt va in un’altra direzione.
L’influsso della radice germanica ball (palla o corpo di forma tondeggiante) è stata messa in dubbio. L’alternativa è la base latino volgare balla (quantità di merci avvolte insieme). È molto più probabile che balòt derivi da imballare: in- (prefisso con valore causativo o locativo) + balla (pacco voluminoso, involto), ovvero raggruppare. Il verbo imballare nacque in italiano tra il XVII e il XVIII Secolo e significava originariamente mettere in una balla, cioè avvolgere o sistemare oggetti in un involucro (una grande pezza di tessuto o un sacco) per facilitarne il trasporto. Era usata soprattutto in ambito mercantile e marittimo per indicare merci confezionate come balle di lana, cotone o stoffe. Oggi imballare significa preparare e confezionare materiale, spesso su bancali, destinato alla spedizione. Ambalé o desbalé sono due verbi che indicano l’atto dell’imballare o dello sballare, cioè togliere dall’imballo.
In piemontese sopravvive un modo di dire per prendere in giro chi compie una sciocchezza: stëȓmé ij sòd ant ën balòt ‘d pàja (nascondere i soldi in un imballo di paglia) perché sono difficili da ritrovare. Ecco perché è un classico scherzo o gioco tipico dei matrimoni: per fare sudare agli sposi l’omaggio pecuniario degli amici.
