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Giuseppe Caprotti e il suo libro: “Le ossa dei Caprotti”

Presentato nella cantina L’Astemia Pentita, il racconto della famiglia che ha cambiato gli italiani

Giuseppe Caprotti e il suo libro: “Le ossa dei Caprotti”
Giuseppe Caprotti presenta "Le ossa dei Caprotti" a Barolo
di Pierangelo Vacchetto

BAROLO Presentato il 29 maggio nella sede della cantina L’Astemia Pentita, il libro scritto da Giuseppe Caprotti e intitolato: Le ossa dei Caprotti.
Al centro della narrazione, le vicende della famiglia Caprotti a partire dall’attività tessile di inizio ’800, fino alla nascita e sviluppo di Esselunga, sfatando miti e leggende.
“Una storia – scrive l’autore – di cui ho parlato, ma mai in maniera unitaria e mai del tutto raccontata; sotto molti aspetti, una lettura avventurosa”.

Una saga che attraversa tre secoli

“Lombardia, prima metà dell’Ottocento. I Caprotti, proprietari terrieri, si affacciano all’industria del cotone e con le ricchezze presto accumulate si fanno largo nella società dell’epoca.

Sono tra i finanziatori della spedizione dei Mille, si spingono fino in Sud America, sostengono gli esploratori che si avventurano nella penisola arabica e nel Corno d’Africa. La culla dei loro affari è la piccola Albiate, in Brianza, dove lo stabilimento tessile dista poche centinaia di metri dalla dimora familiare, ma la sfera dei loro interessi si allarga sempre più.
Nutrono ambizioni politiche e aderiscono al Partito repubblicano, una scelta che nel Regno d’Italia può costare cara.

Dalla Brianza a Rockefeller

Tra successi e fallimenti, la svolta per la famiglia arriva alla fine degli anni Cinquanta con Rockefeller e la prima catena di supermercati in Italia, che per gli americani è un’avventura economica ma anche un’arma formidabile di propaganda anticomunista.

Nel primo supermarket di Milano Rockefeller offre pinne di pescecane, come titola un giornale del tempo: l’abbondanza di prodotti e le prelibatezze esotiche in vendita affascinano gli italiani. È un successo straordinario e consolida la fortuna della famiglia Caprotti, che nel frattempo ha acquisito la quota di maggioranza dell’azienda.

Un racconto personale e collettivo

Giuseppe Caprotti ricostruisce la storia di una famiglia che ha attraversato più di tre secoli. Regala al lettore i ritratti di donne e di uomini dai sentimenti intensi, passando dall’Italia del fascismo a quella del boom economico.

Ma racconta anche l’adolescenza passata in un collegio svizzero, lontano da una Milano violenta e dai rischi di rapimento, e i rancori che avvelenano gli animi tra parenti e travolgono per sempre il sogno di restare uniti “come i moschettieri di Dumas”, fino alla rottura e ai fatti rovinosi che ne sono seguiti, narrati qui attraverso testimonianze e documenti inediti.

Famiglie e imprese, il nodo italiano

Si tratta di una storia universale, quella dei rapporti tra padri e figli, in azienda. Soprattutto in Italia, dove l’ossatura dell’economia si regge – a più del novanta per cento – sulle aziende familiari.

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Giuseppe Caprotti – foto Pierangelo Vacchetto

L’autore

Giuseppe Caprotti, dopo la laurea in Storia alla Sorbona, ha lavorato nella grande distribuzione per più di trent’anni.
Ha fatto il magazziniere, il cassiere, il manager, l’imprenditore e il consulente. Oggi si dedica alla Fondazione Guido Venosta.
È l’autore di Alto Adige o Sudtirol?, Franco Angeli editore, e di Le ossa dei Caprotti, edito da Feltrinelli.

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