Quando la pornografia diventa una dipendenza

Quando la pornografia diventa una dipendenza

IL FATTO La dipendenza sessuale o sexual addiction suscita crescente interesse, visti gli innumerevoli strumenti forniti dalla tecnologia nell’era dei social network e dalle piattaforme di condivisione; essa si pone al confine di quella sottile linea che divide patologia e normalità.

In Italia si stima una prevalenza di dipendenza da sesso del 5,8%, dati simili a quelli internazionali che parlano di una forbice dal 3% al 6% con una prevalenza tra i maschi; a queste si deve aggiungere un 8,3% di persone borderline.

Per comprendere che nelle piattaforme di ricerca il porno ha una presenza significativa, basta entrare in Google e vedere quanti risultati vengono trovati cliccando la parola porno rispetto ad altre. Ecco alcuni esempi: per la parola famiglia Google trova 195 milioni di risultati, amore 216 milioni, religione 34 milioni, soldi 63 milioni, fede 71 milioni, sesso 116 milioni, economia 589 milioni, ma per la parola porno i risultati arrivano a un miliardo e 460 milioni.

La rivista Forbes ha chiesto agli statistici di Pornhub (principale sito porno mondiale) di offrire qualche dato sulla fruizione dei siti hard nell’anno della pandemia e i dati emersi sono impressionanti. Nel 2019 ci sono state oltre 42 miliardi di visite al sito, il che significa che c’è stata una media di 115 milioni di visite al giorno. A partire dal marzo 2020, c’è stato un aumento a livello mondiale del 24,3% (in Italia del 57%) di visualizzazioni rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con 130 milioni di persone che visitano Pornhub ogni giorno, da tutte le parti del mondo e rappresentano una varietà di contesti culturali e socioeconomici, muovendo un giro d’affari impressionante.

L’80% di questo traffico proviene dagli smartphone e il 61% delle persone che accedono alle visualizzazioni hanno tra i 18 e i 34 anni. Sul podio per il consumo di traffico giornaliero mondiale troviamo Stati Uniti, Giappone e Regno Unito, l’Italia si colloca al settimo posto.

Il rapporto dell’Eurispes 2018 Sesso, erotismo e sentimenti: i giovani fuori dagli schemi, rivela come il 44% dei giovani sposi tradisce, 7 ragazzi su 10 usano materiale porno, sei su dieci hanno praticato il sexting almeno una volta nella vita ovvero hanno inviato e condiviso materiale sessualmente esplicito in forma verbale, fotografica o video e se il 72,3% dei giovani non ha “mai” praticato il Bdsm (sesso estremo), la percentuale di quanti invece sono incuriositi o avrebbero la voglia di farlo si attesta al 54,8%.

Oggi si inizia a parlare di anoressia sessuale, un nuovo fenomeno clinico che porta a patologie della sessualità, calo della libido e disfunzione erettile perché, a detta degli andrologi, la fruizione quotidiana di immagini porno rallenta la maturazione cerebrale della sessualità, svincola il sesso dall’affettività, e fa perdere l’interesse verso la sessualità reale.

Inoltre la cattiva abitudine di frequentare in Internet siti pornografici molto spinti e violenti porta il fruitore a non distinguere più il confine tra fantasia e realtà, desiderando sempre più, anche nei rapporti reali, l’uso della violenza per sentirsi appagato o emulare ciò che nel video lo aveva soddisfatto.

Gli effetti di una esposizione frequente e prolungata ai video pornografici, oltre a provocare assuefazione e dipendenza, sono nocivi per la salute fisica e mentale; uscirne è possibile ma occorre comprendere il fenomeno per riuscire a dare risposte a chi entra in questo loop erotico virtuale, senza giudicare ma aiutandolo a trovare la strada per riacquistare la libertà.

Walter Colombo

INCHIESTA: Una prigione invisibile

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