Energia e ambiente: “Casa attiva” e la smart car targata Roero

Nasce la “casa attiva”

TREZZO TINELLA – Il fabbricato sarà autonomo dal punto di vista energetico. È il primo cantiere del genere in Europa

Casa attiva

Una casa che non consuma energia, ma la crea.

Una “casa attiva”, senza costi per il riscaldamento e senza le bollette che gravano sempre più sui bilanci delle famiglie. In questi tempi di crisi appare quasi fantascienza; invece una casa così sta prendendo forma sulle colline di Trezzo. La casa in costruzione è in grado di produrre energia mediante l’impiego di risorse disponibili sul territorio, con l’obiettivo di coprire interamente il fabbisogno energetico, rendendo l’edificio completamente autonomo.

«La casa nasce da una vecchia cascina: è un cantiere sperimentale, il primo nel suo genere in Europa, risultato di una lunga ricerca sull’utilizzo di energie rinnovabili », spiega Giovanni Cagnoli, titolare di Edilio, società di costruzioni specializzata nella realizzazione di unità abitative ad alta efficienza energetica.

«In un prossimo futuro, il problema maggiore non sarà più il costo dell’acquisto della casa, ma la spesa per il riscaldamento e il raffrescamento. Le tecniche di costruzione che applichiamo a questa abitazione vogliono essere una risposta a questi problemi», prosegue Cagnoli.

Ma quanto può costare una “casa attiva”? «I costi complessivi sono risultati superiori di circa il 9 per cento rispetto a una casa tradizionale, costi ammortizzabili in pochi anni grazie ai risparmi energetici e attraverso la vendita dell’elettricità al gestore della rete nazionale», risponde Cagnoli. Come sia possibile realizzare un’abitazione con queste caratteristiche lo spiega il libro “La casa di Trezzo Tinella, da passiva ad attiva”, nel quale Cagnoli, in collaborazione con altri esperti, illustra le tecniche utilizzate. Particolare cura è stata posta nella realizzazione dell’involucro.

Accanto alla tradizionale stratigrafia a doppia muratura in laterizio, si sono usate innovative strutture a secco, in legno e in acciaio, oltre a isolanti di ultima generazione. L’assenza di ombreggiature e l’ubicazione in una zona particolarmente ventosa hanno permesso di usufruire, come fonti di energia rinnovabile, sia dell’irraggiamento solare che del contributo eolico. Il progetto prevede la realizzazione di un sistema integrato di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili costituito da tre elementi: un sistema geotermico orizzontale a scambio col terreno; una sezione eolica verticale e una fotovoltaica.

L’interazione tra le diverse tecnologie è controllata da un impianto che, senza incrementare in modo significativo i consumi energetici, assicura il corretto sfruttamento delle risorse disponibili. L’edificio è stato suddiviso in tre volumi distinti per ottimizzare i fabbisogni energetici in base all’uso dei differenti ambienti. La zona giorno è caratterizzata da una grande vetrata angolare che si affaccia a Sud-Ovest in modo da aumentare gli apporti solari invernali e l’illuminazione naturale.

Le camere da letto e lo studio si affacciano a Sud-Est per beneficiare della luce del mattino, mentre il vano scala e gli spazi accessori si affacciano a nord, lato più freddo e privo di particolari necessità. Il terzo corpo, a un solo piano, è una serra bioclimatica che presenta una finestra volta a Nord, con una splendida vista sulla pianura e sulle Alpi.

I vetri sono composti da lastre di materiale termico molto trasparente e le intercapedini sono riempite con gas nobile. Ogni sezione della casa è stata realizzata utilizzando metodi e materiali volti a ridurre al massimo il consumo (e quindi lo spreco) di energia. È stata mantenuta la sagoma preesistente, con le forme architettoniche tipiche delle Langhe.

«La casa di Trezzo Tinella è la dimostrazione di come sia possibile ed economicamente sostenibile realizzare case confortevoli, a elevati standard di isolamento termico ed energetico, mediante l’accurata scelta e combinazione di materiali e tecnologie. Le caratteristiche del territorio e le fonti rinnovabili hanno consentito di produrre un surplus di energia elettrica rivendibile al gestore nazionale, che giustifica l’appellativo di “edificio attivo” », conclude Cagnoli.

E così, una vecchia cascina delle Langhe, in passato teatro di scontri tra partigiani e fascisti, oggi circondata da floridi vigneti, sta trasformando la concezione di edilizia e forse il futuro per le nuove generazioni.

Silvana Fenocchio

La smart car targata Roero

SOMMARIVA BOSCO – L’ingegnere sommarivese Pietro Perlo ha presentato la “Torino”, l’auto elettrica con autonomia di 150 km

Smart CarC’è un pezzo di Sommariva del Bosco dietro la realizzazione di un’auto elettrica innovativa, frutto degli sforzi congiunti di sei aziende torinesi che hanno sviluppato un prototipo, piaciuto all’Unione europea, tanto da meritarne i finanziamenti.

Una scommessa che sposa ergonomia, sicurezza ed efficienza per una vettura con una autonomia di 150 chilometri, ma anche dotata di celle solari che le consentono di compiere 20 chilometri al giorno. Il sommarivese Pietro Perlo, ingegnere, promotore del progetto e presidente di una di queste aziende è stato ricevuto dal sindaco di Torino Piero Fassino e dall’assessore all’ambiente Enzo Lavolta. Dietro di lui la rete d’imprese Amifevs, impegnata nella promozione della mobilità elettrica per lo sviluppo del territorio. «La grande scommessa», spiega l’ingegner Perlo, «non è solo realizzare un prototipo ma fare tutto il resto. Ed è qui che stiamo giocando la nostra partita coadiuvati da “partner” prestigiosi sia a livello nazionale sia europeo».

Il prototipo presentato a Torino è nato grazie a contributi europei e al supporto di Unicredit banca. «È un traguardo importante per noi», aggiunge Perlo, «che già in passato abbiamo beneficiato di finanziamenti europei presentando altri progetti di qualità». Torino, il nome dato al veicolo, è un prototipo di auto elettrica concepito per la mobilità urbana.

Sviluppato con grande attenzione alla sicurezza e all’efficienza, è dotato di interni facilmente riconfigurabili per soddisfare le più diverse esigenze. Con una batteria a litioioni di 11 kw consuma 70 Wh al chilometro e punta a rivoluzionare il modo di consumare energia. Con questo progetto di smart city car la città torinese guarda a una mobilità sostenibile, tassello di un più vasto piano di interventi strutturali che il capoluogo piemontese sta attuando.

Nella prossima primavera la Commissione europea emetterà un bando a cui Torino parteciperà con un progetto di trasporto pulito delle merci, basato sulla mobilità elettrica e che vedrà la collaborazione dei commercianti. Progetto che potrebbe trovare anche nella nostra provincia amministratori interessati a ridurre la congestione del traffico e a dare ai cittadini un’aria più pulita.

Fulvio Lovisolo

Banner Gazzetta d'Alba