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I rapporti tra alcol e tumori

Sarà l’analisi del rapporto tra il consumo di alcol e il rischio di cancro l’obiettivo 2011 del Comitato scientifico dell’osservatorio “Vino e salute”, riunitosi sabato scorso al castello di Grinzane.

Il team di esperti, diretto dal gastroenterologo neivese Attilio Giacosa, è già al lavoro per organizzare, il 25-26 novembre, nei nuovi locali della pertinenza del castello, un congresso internazionale sotto l’egida dell’European cancer prevention organisation, una delle più prestigiose istituzioni di ricerca scientifica d’Europa.

Il programma del convegno è in fase di definizione,ma hanno già dato l’adesione esperti delle Nazioni unite, dell’Unione europea e studiosi di Polonia, Israele, Inghilterra, Francia, Belgio, Grecia, Stati Uniti e Italia (Attilio Giacosa e il professor Carlo La Vecchia, dell’Università di Milano).

Il professor Giacosa, direttore scientifico dell’Osservatorio di Grinzane, non ha anticipato molto su ciò che emergerà dal seminario di novembre, parlando però di “dati interessanti” sulla relazione tra consumo di alcol e patologie tumorali.

Il convegno di novembre, ha proseguito Giacosa, «permetterà di far luce in modo analitico su questo tema delicato e porterà all’attenzione nuovi dati sul ruolo del vino rispetto ad altre bevande alcoliche. Ci sono ipotesi in base alle quali il vino consumato correttamente non aumenta il rischio di tumore».

Il simposio sarà preceduto da una pubblicazione scientifica dal titolo Alcohol, wine in relation to cancer and other diseases, ossia “Alcol: vino in relazione al cancro e ad altre malattie”, che uscirà in estate e sarà sottoscritta dai membri del Comitato scientifico dell’osservatorio e da altri esperti di livello internazionale. «Il convegno di novembre – ha concluso il presidente dell’Enoteca regionale di Grinzane Cavour Tomaso Zanoletti – è un esplicito e importante riconoscimento per l’osservatorio.

Grazie al Comitato scientifico stiamo dando un contributo fondamentale alla cultura del bere consapevole e in difesa di un modo di bere che fa parte della nostra civiltà. Il rischio è di passare dal concetto di non bere quando si deve guidare al non bere mai». «In Europa ormai inizia a farsi largo il concetto di consumo zero», ha confermato Giacosa, aggiungendo: «Un bicchiere di vino a pasto (dose consigliata per gli uomini, mentre per le donne la quantità è un bicchiere al giorno, Giacosa dixit) fa parte del modello comportamentale mediterraneo e della nostra cultura.

Il vino non è mai stato, non è e non sarà mai una medicina, ma è un alimento che, se consumato correttamente, può ridurre del 20 per cento il rischio di infarto e diminuire la possibilità di diabete, Alzheimer o arteriosclerosi».

Il meeting di sabato scorso è arrivato a un anno dalla stesura della “Carta di Grinzane”, documento ufficiale dell’osservatorio che fissa alcuni paletti sul rapporto tra vino e salute. «La carta è ancora poco diffusa e non abbastanza valorizzata», ha osservato Giacosa, invitando enoteche e produttori a farla propria e a diffonderla. E l’attività dell’osservatorio nel 2011, oltre al convegno di novembre, andrà proprio in questa direzione, con iniziative di educazione e informazione sul bere in modo consapevole rivolte soprattutto ai giovani, per le quali sarà attrezzata nel castello quella che era l’ex sala del premio Grinzane.

Corrado Olocco

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