NO TAV, donne in prima linea

I manifestanti hanno iniziato lentamente a defluire intorno alle 16.30 dall’area della baita della Maddalena di Chiomonte. Così si è chiusa domenica 23 ottobre la manifestazione del tutto pacifica del movimento No Tav contro la linea ferroviaria ad alta velocità da Torino a Lione. A viso scoperto e mani nude e con il grande striscione “Giù le mani dalla Val Susa” portato dalle donne, che hanno conquistato la prima linea, il corteo è partito alle 10.30 da Giaglione, muovendosi verso Chiomonte. Erano 20 mila persone, secondo i dati degli organizzatori, i manifestanti in Val Susa, mentre le Forze dell’ordine, con 1.700 uomini, 15 autoblindo e un idrante, si sono schierate per proteggere la cosiddetta “zona rossa”. Una zona inviolabile, che è stata anche sorvolata da elicotteri. Alla fine, nonostante i timori, non ci sono stati né incidenti né tensione.

I manifestanti, attraverso il leader storico della protesta Alberto Perino, hanno ribadito la volontà di arrivare alle reti a protezione del cantiere, ma senza alcuna azione violenta contro le Forze dell’ordine. Le donne alla testa del corteo hanno tagliato la rete e aperto un varco nella recinzione, entrando nell’area protetta una alla volta. Dopo una breve trattativa tra Polizia e una delegazione di No Tav gli agenti sono arretrati, lasciando che la “violazione” avvenisse.

«Credo che possiamo dirci soddisfatti. La manifestazione ha raggiunto gli obiettivi », ha così potuto commentare Perino all’assemblea dei manifestanti, tenutasi alla baita della Maddalena. I presenti hanno accolto il suo discorso con un applauso. «È andato tutto bene e chi voleva che finisse male non è stato accontentato ». La baita, simbolo dell’opposizione all’Alta velocità, resta presidiata da un gruppo di No Tav.

«Abbiamo scontentato quanti gufavano, quanti volevano le botte», ha continuato Perino: «L’appuntamento è per la prossima manifestazione, che sarà decisa dal coordinamento dei movimenti. Possiamo manifestare vita natural durante, fino a quando le reti del cantiere non cadranno. La partita è lunga, ma si può vincere e siamo convinti di vincerla». «Nessun atto illegale è stato diretto alle recinzione del cantiere» della Tav in Val di Susa, ha sottolineato la Questura di Torino, in una nota, nella quale ha spiegato che la rete tagliata dai manifestanti era quella realizzata su una strada sterrata, a circa due chilometri dal cantiere, per delimitare «un’ampia area di rispetto».

Maurizio Bongioanni

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