Mercoledì scorso, nell’ex filanda (bell’esempio di recupero di un’importante testimonianza di archeologia industriale) è stato presentato agli enti locali piemontesi e liguri il Contratto di fiume per il Bormida, strumento per il rilancio della valle attraverso la riqualificazione ambientale del bacino fluviale.
Per il progetto, la Regione Piemonte ha stanziato 250mila euro, più del doppio rispetto agli altri cinque “contratti” già avviati. Vista la particolare situazione della Valle Bormida, uscita da oltre un secolo di inquinamento, per questo Contratto di fiume è stato adottato un approccio diverso, affiancando agli aspetti di tutela ambientale quelli legati al rilancio sociale ed economico del territorio. E non a caso, alla presentazione del progetto, c’erano, oltre all’assessore all’ambiente della Regione Piemonte Roberto Ravello, anche il collega al turismo Alberto Cirio e i presidenti delle due finanziarie regionali Finpiemonte e Filse Massimo Feira e Piero Biglia di Saronno, accanto agli assessori provinciali di Cuneo, Asti e Alessandria Luca Colombatto, Pierfranco Ferraris e Lino Rava (era assente la Provincia di Savona).
«Finalmente la volontà politica del Piemonte di riallacciare un dialogo è stata condivisa anche dagli enti locali confinanti. È un piano strategico per lo sviluppo di un territorio nel quale il fiume è un elemento di unione», ha spiegato l’assessore Ravello. Di un «tavolo necessario per riaprire un discorso che si era fermato da tempo», ha parlato il dirigente della Regione Liguria Renzo Castello, mentre Alberto Cirio ha affermato: «Credo nel futuro turistico di quest’area. Sono fiducioso: il “Contratto di fiume” non contiene solo parole, ma fatti concreti».
Ottimista sugli sviluppi che il piano potrebbe avere sulla zona anche il sindaco di Monesiglio Carlo Rosso: «Può essere il grimaldello per aprire nuove prospettive per la valle, un veicolo importante per progettare il futuro di un territorio emaginato per molto tempo e creare opportunità di crescita economica».
Il presidente di Filse Piero Biglia di Saronno ha sottolineato che per l’ex Acna un’ipotesi condivisibile da entrambe le Regioni sarebbe quella di realizzare a Cengio una piattaforma logistica per il porto di Savona. «Per rendere più efficace questo Contratto di fiume è stato scelto un approccio che, oltre agli aspetti ambientali, tenga presenti le vocazioni economico-produttive del territorio. Turismo e commercio rappresentano la seconda attività in quest’area dopo l’agricoltura», ha aggiunto il presidente di Finpiemonte Massimo Feira. La vicepresidente della Comunità montana Annamaria Molinari ha aggiunto: «Abbiamo sempre chiesto la riqualificazione ambientale, sociale ed economica della valle e il Contratto di fiume rappresenta per noi un valido punto di partenza».
L’iter richiederà circa un anno e mezzo, ma già nei prossimi mesi ci sono scadenze importanti. Tra il 20 novembre e il 16 dicembre ci saranno incontri sul territorio per individuare le tematiche più rilevanti; entro il 20 gennaio 2010 sarà realizzata la prima bozza del dossier preliminare ed entro il 10 febbraio si svolgerà l’assemblea di bacino per condividere i contenuti del dossier e indicare i soggetti interessati a partecipare al contratto. Entro il 2 marzo sarà firmato il protocollo di intesa per dare il via all’attivazione del “Contratto di fiume”, che dovrebbe essere stipulato a giugno del 2013.
Corrado Olocco