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La casa si fa più cara

Dal primo gennaio 2012, l’Ici si chiameràImu e porterà nelle casse dello Stato un gettito intorno agli 11 miliardi di euro. Per giungere a questo risultato, verrà incrementato il coefficiente (che chiameremo moltiplicatore) applicato alle rendite catastali, il quale determinerà una crescita delle rendite del 60 per cento circa e, quindi, delle tasse a carico dei cittadini. L’Imu – vedi l’esempio qui accanto – si calcolerà moltiplicando la rendita catastale (da non confondere con il valore catastale o il valore di mercato), maggiorata del 5 per cento, come avviene dal 1996, per il moltiplicatore (160 nel caso di prima e seconda casa) e per l’aliquota Imu (4 per mille in caso di prima casa o 7,6 per mille in caso di seconda casa). Nel caso di prima casa, al prodotto ottenuto si potranno sottrarre i 200 euro di detrazione fiscale.

Prendiamo a esempio una casa la cui rendita catastale è di 400 euro (un quadrilocale standard ad Alba) e il cui valore soggetto a Ici è di 42 mila euro. Per calcolare l’imposta applichiamo, come previsto, un ritocco del 5 per cento alla rendita, che nel nostro caso arriva a toccare i 420 euro.

Moltiplichiamo questo valore per 160 (moltiplicatore) e, successivamente, per l’aliquota Imu. Nel nostro caso, se si tratta di prima casa, l’imposta da pagare nel 2012, senza considerare le detrazioni, sarà di 268,8 euro, mentre se si tratta di seconda casa la tassa sarà di 510,7 euro, in netto aumento rispetto ai 283,5 attuali (determinati da un moltiplicatore più basso – 100 – e da un aliquota del 6,75 per mille).

e.f.

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