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Se il nemico è il RUMORE

INCHIESTA Risulta un Piemonte ambivalente quello dipinto dal Rapporto ambientale, presentato a Torino e redatto dall’Arpa. Due tendenze lo attraversano, una alla cura, una all’incuria ecologica. E le azioni umane, i moventi e gli esiti, finiscono per condizionare lo stato di salute della natura. Il barometro dei comportamenti è fatto di terra, acqua e aria.

Sul fronte dell’aria rimangono poco minacciosi gli inquinanti monossido di carbonio, diossido di zolfo e benzene. Eppure, la situazione si è mantenuta globalmente critica: ad esempio per l’ozono, per il diossido di azoto, dovuto agli elevati livelli di traffico. Le strade sono troppo ingolfate di vetture e i miasmi industriali saturano l’aria: sebbene alcune amministrazioni si sforzino di risolvere l’impasse, il rischio sanitario resta. Solo a Cuneo nel 2011 si sono registrati 70 superamenti giornalieri della soglia critica per le polveri sottili. Troppe vetture Euro 1 ed Euro 2 circolano, condizionando la qualità dell’aria e compromettendo i polmoni umani e la natura.

Le cose si complicano sul fronte del rumore. Il livello di esposizione medio sulle ore diurne di un ragazzo di 11 anni, impegnato in attività didattiche, sportive e ricreative, supera i 72 decibel (la soglia di sicurezza è fissata a 45), con massimi compresi tra 78-80 decibel negli spostamenti casa-scuola e 86-88 decibel nelle mense scolastiche e nelle piscine. I momenti di quiete sono limitati a non più del 15 per cento del tempo. Le cose peggiorano con il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, con frequentazioni più o meno assidue di discoteche. Il caos si riverbera sotto forma di suono: gli esiti a lungo termine sembrano imprevedibili.

I consumi di energia presentano un aumento poco significativo negli ultimi 15 anni. In picchiata la benzina, la cui vendita è diminuita a partire dal 1998, mentre è aumentata quella del gasolio. E anche l’olio combustibile e il gasolio da riscaldamento sono stati in parte sostituiti dal metano. Prosegue pure la crescita del fotovoltaico: in Piemonte è la provincia di Cuneo che guida la classifica per numero di impianti e potenza installati. I veri problemi riguardano i siti contaminati (148 i siti riconosciuti nel 2010, 145 nel 2011 e 141 nel 2012) con intervento di bonifica non ancora concluso. Peraltro, i capannoni industriali adibiti allo smaltimento abusivo dei rifiuti o i fabbricati contenenti amianto non smettono di preoccupare. Insomma, molta strada resta da percorrere: l’ecologia non è solo una pratica, ma uno “stato mentale” da attivare ogni giorno.

Matteo Viberti

Una montagna di rifiuti

COLLOQUIO Parliamo con Cristina Converso, del Settore reporting ambientale di Arpa Piemonte. Il tema dei rifiuti è uno dei fondamentali per conoscere l’atteggiamento di una regione verso la tutela del suo territorio.

Il Piemonte è migliorato in tema di riduzione dei rifiuti, Converso? «In termini assoluti, la produzione di rifiuti urbani risulta stabile (+0,1 per cento), passando da due milioni e 235 mila tonnellate nel 2009 a 2 milioni e 237 mila tonnellate nel 2010. Una situazione simile si evidenzia anche analizzando i dati pro capite; in questo caso la produzione varia da 503 kg annui a 502, con differenze a livello provinciale: da 434 kg della provincia di Asti a 551 di Alessandria. A Cuneo il valore si attesta sui 534 kg, per un totale annuo a livello provinciale di 316 mila tonnellate. Anche se quest’ultimo parametro appare preoccupante (nel 1999 le tonnellate di rifiuti prodotti nella Granda erano 226 mila), il valore pro capite rilevato continua a essere peraltro più basso rispetto alla media nazionale e a quella europea».

E la raccolta differenziata, come va? «La percentuale di raccolta differenziata è ancora aumentata, raggiungendo il 50,4 per cento, superando quindi l’obiettivo posto per il 2009. Per quanto riguarda la gestione, è ancora la discarica la destinataria del maggior quantitativo di rifiuti indifferenziati, con 639 mila tonnellate, corrispondenti al 60 per cento del totale».

È vero che alcuni rifiuti prodotti sono molto pericolosi? «Nel 2009 il quantitativo di rifiuti speciali prodotti sul territorio piemontese ammontava a circa 6,7 milioni di tonnellate, delle quali il 91 per cento è costituito da rifiuti speciali non pericolosi, compresi quelli da costruzione e demolizione, e il 9 per cento da rifiuti speciali pericolosi. Rispetto all’anno precedente la produzione decresce vistosamente, soprattutto a causa dei rifiuti non pericolosi (-11 per cento): è stata dichiarata una minore produzione di circa 900 mila tonnellate, che salgono a un milione se si confronta l’anno 2009 con il 2007».

m.v.

Scavino: «Alba sarà smart city, una città intelligente»

COLLOQUIO Parliamo con Massimo Scavino, assessore albese all’ambiente.

Se dovesse dare una valutazione complessiva dell’ambiente in cui vivono gli albesi, cosa direbbe? «La valutazione è positiva, al di là di alcune criticità meteo-climatiche sulla qualità dell’aria. Le criticità sono visibili specialmente nei mesi invernali,manon possiamo puntare solo sulle nostre forze: oltre all’impegno locale, serve uno sforzo di programmazione sovracomunale o interregionale. E serve sempre di più sintonizzarsi con la sfida della green economy, immaginando un moderno ambientalismo per il quale la tecnologia sia in funzione della qualità della vita. In sintesi: Alba – ma in generale l’intero Paese – può farcela a uscire dalla crisi non scommettendo su dinamiche di austerità, ma investendo in una crescita intelligente e ambientalmente compatibile».

E sulla questione rifiuti, e la relativa cultura dei cittadini riguardo alla gestione della spazzatura, si sta muovendo qualcosa sotto le torri? «Abbiamo fatto un notevole investimento sull’estensione della raccolta differenziata, in particolare sulla frazione organica. E la risposta si sta dimostrando più che soddisfacente. In tre anni la raccolta ha avuto un balzo di quindici punti, attestandosi sul 60 per cento e con la concreta prospettiva di crescita ulteriore».

Quali sono le sfide per il prossimo futuro? «Alba è sempre di più una realtà turistica, oltre a essere la storica capitale e il riferimento di una conurbazione più ampia che riguarda le Langhe e il Roero, un territorio in cui, racchiuse nel raggio di pochi chilometri, possiamo contare cinquemultinazionali e un vivacissimo tessuto di piccola e media impresa. Questo deve portarci a ragionare in termini di qualità di servizi, di infrastrutture e di un’offerta turistica che “sfrutti” e preservi le sue eccellenze paesaggistiche, ambientali e agroalimentari. La sfida che stiamo imbastendo è quella di candidarci a diventare una smart city, ovvero una città intelligente, nella quale la qualità della vita tenga insieme ambiente e vivacità sociale, identificandoli come parametri fondamentali di benessere».

m.v.

Un parco ecologico da 200 mila euro

Spazzatura significa scarto, superfluo, scomodo. Da come un’amministrazione tratta i propri rifiuti si capisce quanto la sua capacità di “prendersi cura” anche delle parti meno visibili della città sia sviluppata. Oggi la squadra del sindaco Maurizio Marello è pronta per un passo decisivo: la Commissione urbanistica si è riunita il 25 luglio per la prima discussione ufficiale sull’isola ecologica di via Ognissanti.

L’area va rimodernata, spostata, assestata. «È un’isola di vecchia generazione, dotata di strumentazione e sistemi di sicurezza inadeguati», ha spiegato Marello. «Senza contare che il perimetro è eccessivamente vicino al cimitero, che nei prossimi tempi dovrà essere ampliato. Il nostro obiettivo è di mantenere una distanza minima di 50 metri tra la nuova perimetrazione del camposanto e l’isola ecologica, per ragioni sia di tipo ambientale che pratico».

Il progetto è ambizioso. «Un’isola di ultima generazione», ha  promesso l’assessore all’ambiente Massimo Scavino, il quale ha spiegato: «Verrà modificato il sistema di sicurezza e di controllo, con un circuito di telecamere capace di intercettare qualsiasi irregolarità e di verificare che all’area acceda soltanto chi è intenzionato a depositare i rifiuti». L’Assessore non esclude che, considerata la futura estensione dell’area (circa seimila metri quadrati), possano trovare applicazione idee originali, ad esempio l’allestimento di un “parco ecologico”, cioè una vera e propria area con scopo aggregativo, pedagogico e, magari, culturale.

Circa tre mesi saranno necessari per l’approvazione della deliberazione. I lavori potrebbero cominciare a novembre, massimo dicembre, per un costo complessivo variabile tra i 200 e i 250 mila euro. L’opposizione in Consiglio comunale ha annunciato guerriglia. Secondo Mario Canova (Popolo della libertà), «l’isola ecologica ricade in uno spazio ancora troppo vicino al cimitero: non dimentichiamo che un giorno il camposanto dovrà essere ulteriormente ampliato, dunque si renderanno necessarie modifiche aggiuntive all’isola ecologica». Per il resto, il quartiere appare soddisfatto. L’acquisizione dei terreni da parte del Comune sembra rispettare le esigenze degli abitanti, senza costi eccessivi. Staremo a vedere.

m.v.

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