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Il direttore risponde (2 ottobre)

«Asava, un’attività di volontariato che è doppiamente meritoria»

Gentile Direttore, il 16 settembre i volontari dell’Asava hanno festeggiato i 35 anni di attività. Sento il bisogno, come amministratore e come cittadino albese, di far giungere loro il mio ringraziamento per il lavoro svolto nel corso di questi anni. Un’attività di volontariato, la loro, doppiamente meritoria: sia per l’impegno gratuito dei volontari, sia perché rende possibile tutta una serie di servizi che, se messi a carico dell’Asl o del San Lazzaro, peserebbero in maniera ingente sulle due strutture. Il volontariato Asava rende possibile il servizio di emergenza medica trasportando il personale del 118, il trasferimento dei pazienti che devono essere sottoposti a controlli, visite, analisi, terapie in altre strutture ospedaliere (come la radioterapia). Vengono trasportati i pazienti che sono in dialisi, il sangue e gli emoderivati, farmaci e documenti, per un totale di 50/60 missioni ogni giorno. Bene ha fatto il ministro Balduzzi a partecipare alla bella festa svoltasi in piazza Duomo per salutarli e congratularsi con loro per l’importante opera di volontariato. È stato un bel regalo di compleanno per i volontari Asava. Che però, lo sappiamo bene, hanno anche qualche incognita da affrontare. Prima di tutto, probabilmente, quello di attingere a nuove leve di volontari, anche se sono certo che, superato l’attuale momento di difficoltà, il numero dei volontari tornerà nuovamente a crescere. Poi, certamente, le risorse per l’acquisto e la gestione dei mezzi di soccorso e di trasporto. Vorrei, pertanto, chiedere ai cittadini, agli imprenditori e all’Amministrazione di ricordare il contributo di questi volontari e di agire di conseguenza: loro fanno molto per noi, è giusto che tutti noi facciamo qualcosa per loro.

Carlo Bo, consigliere comunale di Alba

Mi unisco al ringraziamento all’Asava per i 35 anni di attività. Un grazie anche a tutti i volontari che in diverse associazioni e ambiti operano sul nostro territorio. Non è un momento facile per loro. Una recente indagine realizzata sull’andamento delle raccolte di fondi nel terzo settore (bilanci 2011 e proiezioni 2012) mette in evidenza un forte calo della raccolta di fondi da privati, cittadini e aziende. Ben il 37% dichiara di aver diminuito nel 2011 rispetto al 2010 gli introiti delle donazioni. Solo il 24%, invece, ha aumentato la raccolta di fondi, contro un 39% che non ha avvertito cambiamenti sostanziali. La crisi economica si fa sentire, evidentemente. Aggiungo però un paio di riflessioni sull’importanza del volontariato. In primo luogo va ricordato che, sono parole di Benedetto XVI, «il volontariato non è soltanto un fare: è prima di tutto un modo di essere, che parte dal cuore, da un atteggiamento di gratitudine verso la vita, e spinge a restituire e condividere con il prossimo i doni ricevuti». In secondo luogo, ha detto ancora il Papa, «l’azione del volontario non va vista come un intervento tappabuchi nei confronti dello Stato e delle pubbliche istituzioni, ma come una presenza complementare per tenere viva l’attenzione agli ultimi». Per questo non c’è nessuno che non possa essere un volontario: «Anche la persona più indigente e svantaggiata ha molto da condividere con gli altri offrendo il proprio contributo per costruire la civiltà dell’amore». Talvolta chi è più in difetto sembrano proprio gli uomini delle pubbliche istituzioni, che tagliano i fondi sociali, ma sprecano in maniera assurda per i propri comodi, come le recenti cronache dimostrano. Tuttavia in un contesto di sprechi e in una società dominata dai criteri del profitto, l’opera dei volontari è anche la testimonianza controcorrente di un diverso modo di vivere e di pensare.

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