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SMOG, 20mila TONNELLATE di troppo

L’INTERVISTA Il 6 luglio 2012, con la firma di Maurizio Marello sul Patto dei sindaci, Alba ha intrapreso la strada che potrebbe portarla a diventare una smart city, una città intelligente dal punto di vista energetico, ambientale e della vivibilità. A quasi un anno di distanza il Comune, in collaborazione con Egea e la cooperativa Erica, ha definito il Piano di azione per l’energia sostenibile (Paes), una sorta di Piano regolatore ambientale, che occorrerà attuare per raggiungere gli obiettivi. Del documento, che è stato presentato in Giunta e approderà in Commissione ambiente giovedì 9, abbiamo parlato con l’assessore comunale all’ambiente Massimo Scavino.

Scavino, Alba le pare inquinata?

«Dai dati elaborati applicando meccanismi di calcolo suggeriti dalla Commissione europea emerge un quadro incoraggiante. Nel 2001, a fronte di una domanda energetica di 381.000 mWh/anno, le emissioni inquinanti sono state di 102.000 tonnellate, scese nel 2012 a circa 96.000, con una riduzione del 6,10 per cento o del 10,4 per cento, se si considera il dato pro capite».

Quali sono le principali fonti di inquinamento?

«Impianti di riscaldamento obsoleti, impianti per l’acqua calda sanitaria e per il gas per la cucina, che producono emissioni di anidride carbonica per circa il 47 per cento. Seguono gli impianti elettrici e i mezzi di trasporto che, rispettivamente, generano inquinanti per il 28 e per il 22 per cento. Incidono per un 3 per cento circa le operazioni di smaltimento dei rifiuti urbani».

Qual è l’obiettivo da raggiungere?

«Per far sì che Alba sia parte integrante del progetto europeo Patto dei sindaci è necessario che le emissioni scendano entro il 2020 di almeno il 20 per cento, attestandosi cioè a 81.000 tonnellate annue».

Come si può incidere sull’inquinamento causato dai mezzi di trasporto?

«Si potrebbe ottenere una riduzione di inquinanti di circa il 3 per cento potenziando la rete di piste ciclabili, il bike sharing, la Ztl (Zona a traffico limitato) nel centro, favorendo un ammodernamento del parco auto e promuovendo campagne informative e iniziative come il Pedibus, il quale può contribuire a ridurre l’anidride carbonica di 15 tonnellate l’anno».

Non fanno parte del Piano i “cubi cattura anidride carbonica”. Come mai?

«Si tratta della sperimentazione di un privato, che al momento sta valutando la fattibilità del progetto».

Ci sono altre “carte segrete” per raggiungere l’obiettivo del 20 per cento?

«C’è una proposta di Egea per la realizzazione nel Tanaro di un impianto idroelettrico da 12.100 mWh/annui che, a fronte di una spesa di circa 7 milioni di euro, potrebbe portare a un risparmio di particelle inquinanti (necessarie per la produzione di energia elettrica) pari al 4 per cento».

Ha usato spesso il condizionale. Siamo al libro dei sogni?

«No. Lo dimostra il fatto che negli ultimi anni, pur senza attuare un piano specifico, si è riusciti, mediante politiche ambientali sostenibili, a ridurre in maniera rilevante il quantitativo di inquinanti presenti nell’atmosfera. E poi non bisogna dimenticare che molti degli interventi previsti dal Piano di azione per l’energia sostenibile sono già contenuti (e finanziati con quasi 13 milioni di euro) nel bando di 9 anni per la gestione del calore comunale e dell’efficientamento energetico vinto nel 2012 dall’associazione di imprese composto da Egea e Olicar. È una sfida impegnativa, molto al di là dell’ordinaria amministrazione, ma è questo che deve fare la politica, anche a livello locale, per reagire alla crisi, per programmare il futuro, che per noi si chiama Europa e smart city».

Enrico Fonte

MASSIMO SCAVINO Sconti ai privati per la riqualificazione

Allora, da dove si parte, assessore Scavino?

«In campo pubblico si provvederà a riqualificare gli impianti comunali, a installare sistemi a fonti rinnovabili, a realizzare opere edili e interventi elettrici che, si stima, possano garantire un risparmio energetico annuo di circa 3.400.000 kWh, equivalenti a 975.000 chili di anidride carbonica in meno (pari all’1 per cento delle emissioni totali). Si procederà alla razionalizzazione dell’illuminazione pubblica con interventi finalizzati alla riduzione, alla regolazione, alla riqualificazione degli impianti e alla sostituzione delle lampade votive a incandescenza con lampade a led. Azioni, queste, che potrebbero portare, nel giro di sette anni, a una riduzione di 315.000 chili di anidride carbonica (pari allo 0,3 per cento). Un aiuto potrà anche arrivare da un incremento della raccolta differenziata – che contribuirà a diminuire le emissioni necessarie per lo smaltimento del pattume – e dalla diffusione di azioni di riduzione, come le casette dell’acqua».

Per le utenze private che cosa si prevede di fare?

«Occorre migliorare l’efficienza energetica e ridurre i consumi degli edifici residenziali, prevedendo magari sconti sugli oneri urbanistici per chi deciderà di effettuare interventi volti alla riqualificazione energetica. Fondamentale sarà ridurre i consumi idrici (distribuendo gratuitamente alle famiglie erogatori a basso flusso), incrementare i rendimenti nella produzione di energia per il riscaldamento (favorendo la sostituzione di caldaie poco efficienti e migliorando i sistemi di regolazione) ed estendere la rete del teleriscaldamento, iniziative che potrebbero ridurre gli inquinanti del 12 per cento, eliminando circa 13.800.000 chili di Co2 in un anno».

ROBERTO CAVALLO Alba modello Friburgo

Roberto Cavallo (presidente di Erica). Perché un’amministrazione comunale dovrebbe puntare sul Patto dei sindaci?

«Solo con iniziative del genere si può pensare di garantire un futuro all’Europa e, di conseguenza, ai Paesi e alle città che ne fanno parte. D’ora in avanti l’Unione europea finanzierà i nuovi Paesi membri, mentre quelli “storici”, e i loro enti locali, se vorranno ottenere qualche contributo, dovranno esclusivamente puntare su progetti legati alla sostenibilità ambientale ed economica, quali ad esempio il Patto dei sindaci o quello finalizzato all’ottenimento del riconoscimento di smart city».

Il Piano redatto ad Alba è realmente concretizzabile secondo lei?

«Il documento definito nell’ambito dell’adesione al Patto dei sindaci non è un sogno, ma una roadmap ovvero un programma da seguire punto per punto. Si tratta di un piano che, se attuato in modo coraggioso e rigoroso, contribuirà a ridurre i costi energetici a carico della città e a prevenire le conseguenze dell’inquinamento, le quali, a loro volta, rischiano di gravare sulle casse comunali. Ora spetterà all’Amministrazione di Maurizio Marello nell’ultimo anno di mandato e a quelle che verranno successivamente decidere se attuare o meno questo insieme dettagliato di interventi, frutto di un’analisi approfondita».

Nel perseguire gli obiettivi del Patto dei sindaci, c’è una città europea alla quale è opportuno ispirarsi?

«Personalmente, credo che Alba abbia tutte le caratteristiche ambientali, sociali ed economiche per diventare essa stessa un modello da seguire. Detto questo, al momento, credo che la migliore città a cui fare riferimento sia la tedesca Friburgo».

e.f.

PIERPAOLO CARINI 50 milioni d’investimenti, 20 da Egea

Pierpaolo Carini (amministratore delegato di Egea). Alba può realmente riuscire, entro il 2020, a ridurre di almeno il 20 per cento le emissioni inquinanti?

«Sì, perché il piano redatto prevede un insieme di interventi sostenibili, tra cui la capillarizzazione della rete di teleriscaldamento, che andrebbe a interessare anche l’area a sinistra del Tanaro e le zone più periferiche della città. Il Patto dei sindaci può essere un obiettivo concreto, anche perché gli interventi che dovranno portare all’efficientamento energetico degli edifici (mediante “cappotti”, isolamenti, regolazioni, infissi) sono già previsti dal bando comunale per la gestione del calore».

I costi costituiscono un ostacolo?

«Non più di tanto. Per l’espansione della rete del teleriscaldamento si prevede una spesa di circa 20 milioni di euro, che Egea, i cui investimenti annui sfiorano i 25 milioni di euro, sarebbe in grado di sostenere, magari dividendola su più anni. Per quanto concerne il miglioramento energetico degli edifici, invece, i costi, moltiplicando la cifra media di circa 50.000 euro di interventi migliorativi per 1.000 condomìni, potrebbero toccare complessivamente anche i 50 milioni di euro. Le spese che potrebbero decidere di sostenere gli abitanti di condomìni, palazzi e palazzine verrebbero ammortizzate nel tempo con risparmi garantiti dagli interventi di efficientamento. Al tempo stesso, opere del genere darebbero una grossa mano all’economia locale. In estrema sintesi, si può dire che gli investimenti previsti dal Piano del Patto dei sindaci possano essere spesati con i risparmi ottenuti grazie ai lavori migliorativi».

e.f.

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