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Unica Atl da Alba fino ad Alessandria

A comprare la vigna dei record due ventiseienni di Cossano Belbo

TURISMO Un’unica, grande, Azienda turistica locale di enogastronomia e paesaggio, che da Alba e Bra arriverebbe fino ad Asti e Alessandria: è la proposta della Regione per affrontare il futuro della promozione turistica.

Ma il sindaco di Alba, Maurizio Marello, si è dichiarato contrario, evidenziando i punti di forza dell’attuale gestione: «La nostra Atl è un’eccellenza del territorio e quindi non c’è motivo per attuare un cambiamento; in secondo luogo non è affatto detto che una nuova situazione porti risparmi; anzi, potrebbe creare una dispersione dannosa della qualità dei servizi offerti. Ad esempio, la scelta di unificare le tre Atl della provincia di Torino si è rivelata un vero insuccesso».

Il presidente dell’Atl di Alba, Bra, Langa e Roero Luigi Barbero rincara: «Ritengo lo smantellamento dell’autonomia di questo territorio, gestita con brillanti risultati, una seria fonte di preoccupazione in quanto potrebbe venir meno il coinvolgimento attivo dei privati e il relativo, preziosissimo, supporto. Sarebbe più utile creare comitati di secondo livello fra le Atl, che lavorino per obiettivi simili e proposte congiunte a livello di prodotti, in un clima collaborativo gestito dalla Regione».

Alberto Cirio, assessore regionale al turismo spiega peraltro di non aver parlato di «fusione totale», ma di un semplice allargamento dei confini dell’Atl albese. Precisa Cirio: «Non è stata presa alcuna decisione in merito. La Regione non farebbe mai azioni se non decise in accordo con il territorio. La proposta è emersa in quanto, a fine anno, la provincia di Asti scomparirà e l’Atl di zona dovrà decidere se fondersi con l’alessandrino o chiedere all’albese di farne parte. E questa, a mio parere, è un’opportunità da non perdere. Ritengo miope la posizione di chi si oppone perché i flussi turistici non conoscono barriere geografiche. Oggi c’è il prodotto da vendere, piuttosto che una destinazione precisa, e sarebbe logico creare un’offerta omogenea e diffusa, partendo dall’alta Langa fino all’alessandrino, invece di ragionare su un’area chiusa da confini provinciali. La nostra Atl potrebbe diventare un ente in grado di gestire oltre 1 milione di turisti l’anno, senza dimenticare che la zona potrebbe avvalersi del riconoscimento dell’Unesco».

Cinzia Grande

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