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Roddi, i migranti scendono in strada e bloccano il traffico: ecco i motivi della loro protesta

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RODDI Ci sarebbe la mancata erogazione, in buoni o schede telefoniche, dei 2,50 euro al giorno a cui hanno diritto, per legge, alla base della protesta inscenata mercoledì 16 settembre dai rifugiati ospiti dell’EnoHotel  “Il Convento” di Roddi. La conseguente impossibilità, da alcuni giorni, a contattare i famigliari in Africa, Bangladesh, Pakistan o nel nord Europa, meta, quest’ultima, a cui ambisce la maggior parte dei migranti accolti nella struttura langarola avrebbe scaldato gli animi.

Come riportato in anteprima sulla nostra pagina Facebook, erano da poco passate le 18, quando un gruppo di rifugiati, tra i 45 ospitati nel complesso ricettivo (l’EnoHotel di Roddi, il 9 settembre, ha ottenuto l’autorizzazione dalla Prefettura a ospitarne un totale di 50 fino al 31 dicembre 2016), ha invaso la carreggiata in via Cavallotto, bloccando il traffico per alcuni minuti. Pronto l’intervento delle forze dell’ordine e del sindaco di Roddi, Roberto Giacosa.

Pacifica la natura della manifestazione: nessuno scontro è stato registrato, mentre il disagio per gli automobilisti è stato ragguardevole. I proprietari dell’EnoHotel avrebbero spiegato alle forze dell’ordine, visto il calo delle temperature, di aver utilizzato i soldi della diaria per acquistare ai migranti scarpe e vestiti pesanti. Azione questa che però secondo le indicazioni della Prefettura dovrebbe essere compresa nella fornitura obbligatoria di beni per cui la stessa Prefettura trasferisce alle strutture ospitanti da 30 a 35 euro al giorno più Iva per ciascun migrante e non dovrebbe andare a intaccare i 2,50 euro di pocket money.

Il comune di Roddi, che non è competente in materia (la tutela dei migranti compete  alle strutture che li ospitano), ha chiesto alla stessa Prefettura di verificare il corretto operato di tutti gli attori in campo.

Ecco le prescrizioni indicate dalla Prefettura alle strutture di accoglienza, chiamate a fornire tutti i generi di prima necessità come di seguito elencati:

  1. a) Effetti letterecci adeguati al posto occupato, composti da materasso, cuscino, lenzuola, federe e coperte, che saranno periodicamente cambiati per l’avvio ai servizi di lavanderia e quant’altro utile al comfort della persona.
  2. b) Vestiario adeguato alla stagione, intendendo la fornitura del minimo necessario al momento dell’accoglienza presso la struttura e, all’occorrenza, il rinnovo dei beni da effettuare periodicamente al fine di garantire l’igiene e il decoro della persona.
  3. c) Prodotti per l’igiene personale e rinnovo degli stessi consumabili con l’uso (quali sapone, shampoo, dentifricio, carta igienica, ecc.) .
  4. d) Erogazione del “pocket money” nella misura di € 2,50 pro capite/ pro die, fino ad un massimo di € 7,50 per nucleo familiare da erogare sotto forma di “buoni” (spendibili in strutture ed esercenti convenzionati) o di carte prepagate da utilizzare a seconda delle necessità dell’ospite (per schede telefoniche, snack alimentari, giornali, sigarette, fototessera, biglietti per trasporto pubblico. Il pocket money verrà erogato dalla struttura ospitante, in relazione alle effettive presenze registrate per ciascun ospite, dietro firma da parte del destinatario a riprova dell’avvenuto rilascio.
  5. e) Erogazione di una tessera /ricarica telefonica di € 15,00 all’ingresso.

Su Gazzetta d’Alba disponibile in edicola e in formato digitale a partire da martedì 22 settembre l’articolo completo.

Marcello Pasquero

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