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Alba, l’azienda Bianco pronta ad acquistare gli stabilimenti Miroglio di corso Asti

ALBA L’azienda che nelle scorse settimane si è fatta avanti per acquistare gli stabilimenti del Gruppo Miroglio in corso Asti, ad Alba, ora ha ufficialmente un nome. A renderlo pubblico è stato il sindaco Maurizio Marello durante la riunione della prima Commissione consiliare di mercoledì 25 novembre, annunciando che «Miroglio Spa ha ricevuto una proposta per l’acquisizione del complesso che interessa la zona compresa tra strada Tagliata e corso Asti e che ospita il “palazzo di vetro” dalla società albese Bianco Spa, la quale nell’ambito di un processo di espansione delle proprie attività industriali, ha assunto l’impegno di acquistare, anche a favore dell’intero gruppo di cui fa parte (il gruppo TCN, nda), quell’area».

L’area in questione, che nel periodo di massima produttività è arrivata a ospitare 170 operai e 300 impiegati, è dismessa da acluni anni e per accogliere la nuova realtà, operante nel settore metalmeccanico e della meccanica di precisione, deve essere ristrutturata e convertita. Per questo l’attuale proprietario, Miroglio Spa, ha chiesto al Comune il permesso di effettuare interventi edili in deroga al Piano regolatore. Permesso che gli verrà accordato – probabilmente già nel Consiglio comunale di lunedì 30 novembre – visti i pareri positivi espressi da tutte le forze politiche comunali.

corso asti

Ma cosa accadrà in seguito all’insediamento della Bianco in corso Asti? La Bianco vorrebbe realizzare la sede aziendale, riutilizzando, previa la loro ristrutturazione, i fabbricati esistenti, dove andrebbero a lavorare i circa 100 dipendenti. Nello specifico, verrebbero rimessi in funzione i capannoni presenti, che occupano 30 mila metri quadrati dei 93 mila complessivi, e potrebbe essere realizzato un ampliamento di 2.600 metri quadrati, che fa presupporre una futura espansione della Bianco, alla ricerca di una nuova collocazione anche perché a fine anno dovrà lasciare quella attuale, in cui è in affitto.

La riqualificazione garantirà benefici ambientali, oltre che produttivi e occupazionali: l’altezza massima degli edifici ristrutturati sarà meno impattante abbassandosi dai 20-25 metri di quella prevista nel progetto iniziale di Miroglio a 10-11 metri e, cosa importantissima, verranno rimossi quasi 25 mila metri quadrati di Eternit, 21 mila dei quali presenti nelle coperture e 3 mila nei pannelli laterali. «Il recupero degli edifici esistenti rafforzerà l’immagine industriale dell’albese con conseguente ricaduta occupazionale sul territorio nel rinnovo della realtà produttiva locale, costituendo un dinamico polo produttivo», ha osservato il Sindaco, aggiungendo che il Comune nell’ambito dell’operazione potrebbe ricevere gratis una piccola porzione di terreno dove potrebbero essere creati nuovi orti urbani.

A questo punto viene naturale chiedersi quali saranno le prossime mosse del Gruppo Miroglio. Anche su questo punto il sindaco Marello ha fornito interessanti indicazioni, facendo intuire che l’azienda tessile potrebbe rafforzare il suo quartier generale di via Santa Barbara con «nuovi interventi di riqualificazione». Insomma, tra tante notizie grigie (l’ultima è quella della possibile cessione di alcuni rami d’azienda della Giordano Vini) finalmente anche qualche raggio di sole.

Enrico Fonte

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