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"Un incubo a occhi aperti": sgomento a Guarene per l'omicidio di Valerio Sottero

GUARENE «Ci sentiamo persi e impotenti, tutti conoscevamo Valerio Sottero, è come vivere un incubo a occhi aperti». Il sindaco di Guarene Franco Artusio riesce a stento a parlare di ciò che è successo nella notte tra sabato 2 e domenica 3 aprile in una villetta della tranquilla via Sotteri, in frazione Vaccheria di Guarene, a pochi chilometri da Alba. “Incredulità”, un termine che sintetizza lo stato d’animo non solo del sindaco, svegliato nel cuore della notte per aprire la camera mortuaria del cimitero della frazione, bensì di tutti i guarenesi che in piazza don Morone, a Vaccheria, discutono, prima della Messa, nella mattinata di domenica, quando la notizia dell’omicidio di Valerio Sottero, classe 1961, è ormai di dominio pubblico.

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A duecento metri di distanza “Tutto Zoo Garden”, in vendita fiori e piccoli animali domestici, grandi scritte su colori vivaci, subito rimosse, per segnalare le offerte del momento. Il regno di Valerio, dove lavorava anche il figliastro Y.. Poco più in là, verso la collina, la casa in cui si è scritta la pagina più buia della storia di Guarene del dopoguerra. Ancora da trovare movente e arma del delitto, probabilmente un coltello, con cui la vittima è stata colpita almeno tre volte, di cui una alla giugulare.

Ad avvertire i carabinieri una ragazza ventenne, ospite nella villetta dove viveva Valerio con il padre ottantottenne, la convivente di origine rumena e i due figli di lei. Sul più piccolo, il ventenne Y. P., irreperibile per ore e ritrovato nel garage di casa in stato di choc, sono ricaduti da subito i sospetti degli inquirenti. I vicini riferiscono di un violento litigio tra padre e figliastro, nella serata. L’omicidio sarebbe però avvenuto più tardi, intorno all’una. Una furia cieca consumata in pochi minuti, probabilmente mentre Sottero dormiva, nella propria camera da letto.

Il giovane è in stato di fermo nel carcere di Asti e in un primo interrogatorio non avrebbe confessato l’omicidio. Molti sono ancora i punti oscuri in una vicenda su cui indagano gli inquirenti cui potrebbero affiancarsi presto i Ris di Parma per i rilievi scientifici. Una famiglia distrutta e una comunità incredula che parla tramite il proprio primo cittadino: «Non si ricorda, nel dopoguerra, un fatto di una tale gravità. Siamo abituati a sentire il resoconto di episodi di cronaca come questo, distanti, sembra che non ci possano sfiorare e quando questo accade uno vorrebbe solamente risvegliarsi e pensare che sia stato solo un brutto sogno».

Marcello Pasquero

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