A Montà il Cocito premia i racconti di Giorgio Pressburger

A Montà il Cocito premia i racconti di Giorgio Pressburger

MONTÀ L’autore: «Scrivo convinto che il lettore abbia un cervello e sia pronto a usarlo»
La piazza della vecchia parrocchiale di Montà domenica sera ha abbracciato lo scrittore Giorgio Pressburger, il vincitore dell’edizione numero trenta del premio nazionale di libri di racconti Montà-Carlo Cocito.

Pressburger, nato in Ungheria nel 1937, italiano d’adozione dopo l’invasione sovietica del suo Paese nel ’56, si è aggiudicato il premio grazie a Racconti triestini (Marsilio), preferito dalla giuria guidata da Guido Davico Bonino tra le dieci opere in concorso. Pressburger parla di Trieste, la sua città adottiva, attraverso le vite più o meno eroiche dei suoi abitanti. Utilizza espressioni dialettali, ma anche sprazzi di sloveno e tedesco. Crea incroci di strade e destini e fa coincidere a ogni “capitolo” un diverso quartiere del capoluogo friulano.

L’autore si è rivelato attraverso le domande di Giovanni Tesio, presentatore della serata, e Davico Bonino. «Ho scritto questi racconti una quindicina di anni fa e li ho tenuti nel cassetto fino a questa primavera. Avevo paura che potessero non piacere, anche e soprattutto ai triestini. E invece è andato tutto bene. Allora mi ispirai a una serie di lavori fatti col mio fratello gemello, Nicola, poco prima che morisse, nel 1985. Per me la sua morte fu un duro colpo».

«Non mi piace la letteratura di intrattenimento. Scrivo con la convinzione che il lettore abbia un cervello e sia pronto a usarlo. Per questo non cerco facili consolazioni e prevedibili conclusioni. Il mio poeta preferito è Umberto Saba ma, a differenza sua, non faccio poesia e non permetto neppure a mia moglie di leggere ciò che ho in cantiere».

«Non ero mai stato in questa zona di Piemonte», ha concluso Pressburger, «ma Montà si è rivelato davvero un bel paese. E il grazie da parte mia non va soltanto alla natura che lo ha reso tale ma anche ai presenti. Grazie a loro si è creato un clima favorevole, amichevole e sereno che non dimenticherò tanto presto».
A corredo della serata i contrappunti musicali a cura del trio Everything but the voice, il saluto del sindaco Giuseppe Costa, che ha anche ricordato con commozione Anna Marchesini, premiata nel 2014.
Andrea Audisio

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