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Carcere: i primi 38 posti per il 2018? A “smuovere le acque” Alberto Cirio

Carcere: i primi 38 posti per il 2018? A “smuovere le acque” Alberto Cirio

ALBA Martedì 24 gennaio, alle  15, i cancelli della casa di reclusione “Giuseppe Montalto” di Alba sono stati aperti a una delegazione guidata dall’europarlamentare Alberto Cirio e composta dai consiglieri dell’opposizione albese Domenico Boeri, Carlo Bo, Mario Canova e Gionni Marengo, e dal garante regionale dei diritti dei detenuti, Bruno Mellano.

A oltre un anno dalla chiusura – avvenuta il 5 gennaio 2016 a causa dell’epidemia di legionella che aveva reso necessario il trasferimento di 122 detenuti in altre carceri – non essendo ancora chiaro quale sarebbe stato il futuro della casa di reclusione albese, Cirio aveva espresso la sua preoccupazione «per non vedere azioni, oltre le parole di circostanza»  e s’era detto preoccupato di una possibile trasformazione dell’istituto in centro di accoglienza profughi, ipotesi poi smentita dal Dipartimento di amministrazione penitenziaria (Dap).

Ad accompagnare il gruppo nel reparto dei collaboratori di giustizia del carcere (la parte d’istituto separata da quello principale e messa a nuovo nel 2014) sono stati la direttrice Giuseppina Piscioneri, il comandante della polizia penitenziaria Giuseppe Colombo e gli agenti, che hanno raccontato i propri disagi «dovuti all’incertezza per il futuro» .

«Sono stata contattata questa mattina per una relazione sulla situazione strutturale dal capo del Dap, Santi Consolo, e l’intenzione sembra essere quella di accelerare l’apertura del reparto dei collaboratori (composto da 38 celle) e, sempre questa mattina, c’è stato il primo sopralluogo tecnico» ha spiegato la direttrice.

Carcere: i primi 38 posti per il 2018? A “smuovere le acque” Alberto Cirio 1

L’europarlamentare Cirio ha incalzato dicendo:«Evidenzio che il sopralluogo è avvenuto questa mattina e quindi sono contento della provocazione che ho fatto, dicendo che questo luogo sarebbe potuto diventare un centro d’accoglienza. Tuttavia non ci sono certezze e, facendo qualche calcolo, sappiamo che, nel caso dovesse andare tutto bene, una porzione del carcere non riaprirà prima della metà del 2018, mentre l’intera struttura entro il 2020».

A ruota hanno espresso i loro timori anche i consiglieri albesi, mentre a chiudere è stato il garante Bruno Mellano, che ha detto:«Il 23 dicembre è stato predisposto un elenco delle problematiche delle carceri piemontesi e si chiedeva un cronoprogramma per Alba. La speranza è quella che, rendendo agibile la parte più recente, i tempi possano essere più veloci».

Nessuna intenzione da parte del Ministero della Giustizia, come ha evidenziato il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, di destinare il carcere Montalto di Alba ad altre funzioni perché, come ha fatto sapere il sottosegretario al Ministero della Giustizia, Cosimo Maria Ferri, « il Montalto deve rimanere casa di reclusione circondariale e deve essere riaperto al più presto. Non è mai stata intrapresa alcuna iniziativa sia a livello centrale che periferico, per altra destinazione d’uso che non fosse quella di casa circondariale. A tal proposito è stato sollecitato, inoltre, l’utilizzo anticipato del reparto di nuova costruzione destinato ai collaboratori di giustizia».

Francesca Gerbi

 

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