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Italia nostra: viaggio tra i ruderi in pericolo nelle Langhe e nel Roero

Italia nostra: viaggio tra i ruderi in pericolo nelle Langhe e nel Roero

BENI CULTURALI Una “lista rossa” che contiene al suo interno pericoli, potenziali vulnerabilità storiche e dimenticanze in cui i simboli del passato possono svanire. Una lista che ha funzione di monito, tentativo di salvataggio del “margine”, di ciò che non è funzionale ma racconta storia.

La lista rossa

Italia nostra ha diffuso la lista e a Sergio Susenna, presidente della sezione albese, chiediamo di cosa si tratta: «La lista rossa è un documento che segnala i beni culturali a rischio per l’incuria, la cattiva gestione, la deleteria mancanza di fondi. Si tratta di strutture in rovinoso abbandono oppure dimenticate. La lista è frutto di una grande campagna di conoscenza, di una sistematica raccolta di informazioni nei luoghi, con schede e relative fotografie, per disegnare una “mappa” diffusa delle testimonianze storico-artistiche da salvare».
Quali sono i beni inclusi nella lista rossa?
«Alcuni sono ormai ridotti a ruderi suggestivi, altri sono in accentuato degrado seppur vincolati dalle norme di tutela dello Stato e della Regione. Addirittura alcuni sono inclusi nella zona di riconoscimento al patrimonio Unesco. In alta Langa troviamo lo storico palazzo Gaiero a Castelletto Uzzone, l’ex chiesa abbaziale di San Martino a Castino, la torre e i resti strutturali del castello di Cortemilia, il pregevole palazzo settecentesco in via Cavour a Cortemilia, i resti monumentali del castello di Gorzegno. Nelle basse Langhe spiccano invece i resti monumentali del complesso ecclesiale di San Pietro a Monforte, l’antica cappella campestre di San Rocco a Novello, l’ex priorato di San Lorenzo (cascina Purina) a Roddino, il rudere della torre medievale di Santo Stefano Belbo. Nel Roero troviamo invece l’antica cappella campestre della Madonna del buon tempo a Ceresole e il santuario di San Giusto a Pocapaglia».
Qual è l’obiettivo dell’operazione di schedatura?
«La documentazione è stata inviata agli enti locali, alla Soprintendenza e all’Ufficio diocesano per i beni ecclesiastici. L’iniziativa concorrerà a formare la documentazione per il lancio della Giornata nazionale dei beni culturali che, dal 2017, ogni anno costituirà un appuntamento fisso di Italia nostra. Fin dalla sua fondazione nazionale nel 1955, l’associazione ha posto tra le sue finalità la tutela del patrimonio storico-artistico, oltre alla salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. Da allora tale fine non è mai venuto meno. Puntiamo alla sensibilizzazione, nella speranza di poter innescare positivi cambiamenti».
Marco Giuliano

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