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Con Paolo Tibaldi impariamo il significato del verbo “Berliché”

Con Paolo Tibaldi impariamo il significato del termine piemontese "Rabadan"

BERLICHÉ: leccare, ruffianare, lambire, lisciare

La fortunata rubrica Abitare il Piemontese sbarca su Gazzetta d’Alba

Se c’è una parola, tra le bustine di zucchero di Pinin Pero, che ha suscitato maggiore adesione nei sondaggi tra amici e conoscenti, questa è proprio “berliché”. Trattasi chiaramente della forma verbale all’infinito, ha un significato pragmatico che però arriva ad essere pronunciata spesso e volentieri come metafora in toni non troppo eruditi, per descrivere un’esagerazione reverenziale in cambio di favoreggiamenti o prese in considerazione particolarmente vantaggiose.

Poi ci sono quelli che, come me, hanno fatto ragioneria alle scuole superiori e, piacendo o meno, qualunque altro studio o lavoro andranno a fare nella vita, avranno sempre la fatidica etichetta campanilistica di diploma in “berlica-buste”, sebbene preferiscano di gran lunga “berlichesse i barbìs”(leccarsi i baffi) per un piatto succulento.

Nei giorni scorsi ho sentito raccontare da Luigi, un amico albese, un aneddoto che si confà allo stile della rubrica. La vicenda è avvenuta in un seggio elettorale piemontese.

Era il 1960 e un ragazzo che allora frequentava le scuole superiori non poteva sottrarsi al dovere civico di scrutatore. Mancava il Presidente. Quello nominato era assente per chissà quale motivo e all’ultimo istante mandarono in sostituzione un magistrato molto anziano, incarognito e dalle origini tutt’altro che piemontesi.

Si iniziò a votare. Prima si presentano gli anziani. Allora la scheda votata doveva essere chiusa come una busta da lettera bagnando il bordo predisposto. I primi elettori non eseguivano il compito e uscivano dalla cabina elettorale reggendosi con una mano sul bastone e dall’altra mano la scheda penzolava semiaperta. “Umettare!! Umettare!!!”, si mise a gridare con fare minaccioso il Presidente, col dito puntato sulla scheda.

Dopo attimi di smarrimento generale, all’anziano elettore ancora più confuso per le grida, tutti gli scrutatori all’unanimità, prima a bassa voce, poi aumentando decisamente il volume, suggerirono:”Berliché!! Berliché!!!”

 

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