NOCCIOLE «Siamo lieti che, dopo anche la nostra denuncia alla Commissione europea, l’Olanda abbia mantenuto l’impegno di eliminare la dicitura “tonda gentile delle Langhe” dal proprio registro vivaistico, ma ora ci aspettiamo che lo stesso impegno sia rispettato in Italia, perché sarebbe assurdo essere ascoltati all’estero e non dal nostro Paese». A parlare è l’eurodeputato Alberto Cirio, promotore insieme a Roberto Bodrito, presidente dell’Unione montana alta Langa, e Flavio Borgna, presidente dell’Ente Fiera della nocciola, del ricorso su cui il Tar del Lazio si esprimerà a fine novembre.
Proseguono Cirio, Bodrito e Borgna: «In più occasioni, compresa la visita del vice ministro Olivero a Cortemilia della scorsa estate e l’incontro con i produttori a Bosia pochi giorni fa, il Governo aveva garantito che, una volta cancellata la dicitura dall’Olanda, lo stesso avrebbe fatto l’Italia. La scelta adesso di mantenere la dicitura sul registro italiano, come forma di tutela preventiva verso eventuali e future iscrizioni nei registri di altri paesi, ci sembra sinceramente un’ulteriore presa in giro. Così come inutile è aver cancellato il nome “Langhe” dalle fascette commerciali dei piantini, dato che questo non impedisce ai produttori di qualunque parte d’Italia di venderne comunque il frutto come nocciola delle Langhe, fin quando la dicitura sarà presente sul registro nazionale».
Concludono Cirio, Bodrito e Borgna: «Soprattutto non riusciamo a comprendere perché il Ministero continui a non voler ascoltare una richiesta che arriva da un intero territorio e unisce a gran voce cento sindaci e tutte le organizzazioni e associazioni produttive del settore. Non capiamo quali interessi si stiano tutelando. Sicuramente non quelli della nostra terra e di un prodotto che ne rappresenta un’eccellenza. Per questo andremo avanti con il nostro ricorso, con la speranza che sia una volta per tutte il Tar a porre rimedio a questa assurda vicenda».