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Gazzetta, storia di una favolosa, concreta buona notizia

Le foto dei nostri lettori: grandine, folate di vento e arcobaleno 9

#GAZZETTAUGURI C’era una volta un fragile e giovane prete che ricevette dal suo vescovo l’incarico di occuparsi di un giornale che non andava bene e aveva bisogno di essere rilanciato… Potremmo cominciare così, come in una favola, a raccontare di Gazzetta d’Alba e del suo traguardo dei 135 anni di pubblicazioni. Ma più che di una favola, si tratta di una straordinaria realtà, di una favolosa buona notizia, che ha visto incrociarsi la Provvidenza divina con la corrispondenza umana.

A don Giacomo Alberione, che nel 1913 rilevò Gazzetta d’Alba, parve chiaro che in quell’incarico del vescovo Francesco Re si concretizzava il suo sogno, già abbozzato all’inizio del Novecento, allorché nel duomo di Alba, lui sedicenne, manifestò l’intenzione di fare qualcosa per gli uomini del suo tempo. Gazzetta permetteva di dare concretezza al suo sogno: d’ora in poi avrebbe annunciato la buona notizia del Vangelo attraverso gli strumenti della comunicazione sociale, fondando la Famiglia paolina e un grande gruppo editoriale al servizio della comunità cristiana.

Al giornalista don Giacomo Alberione, sarebbero succeduti altri direttori, compreso don Timoteo Giaccardo: entrambi ora beati. E con il tempo sono arrivati anche i laici a dare man forte. La storia del giornale si è sempre più intrecciata con quella del territorio, di cui è stato voce, stimolo e motore di sviluppo oltre che di formazione e informazione. Sono cambiati i tempi, i gusti e le tecnologie. Ma Gazzetta ha sempre fatto parte di Alba e del suo territorio, ne costituisce il suo Dna.

Il sottoscritto ha incrociato Gazzetta quasi mezzo secolo fa, allorché liceale e aspirante paolino, prestava il suo contributo nella tipografia di Casa Madre ad Alba: allora si aveva a che fare con il piombo degli articoli, i cliché in zinco e legno per le foto, i titoli composti a mano, l’inchiostro e la stampa su macchine piane che bisognava ogni tanto fermare per impedire che i margini sotto i titoli saltassero a macchiare i testi. Altri tempi. Ora il digitale e il mondo social permettono traguardi impensabili soltanto qualche decennio fa.
A noi, che abbiamo cominciato con l’odore del piombo e dell’inchiostro, la responsabilità e la sfida di traghettare Gazzetta nel futuro, fedele alla sua gloriosa storia.

Giusto Truglia

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