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Il Vescovo scrive alla Diocesi al ritorno dal viaggio missionario in Kenya.

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KENYA Il Vescovo di Alba Marco Brunetti scrive alla Diocesi per raccontare le emozioni vissute nel viaggio pastorale nelle missioni del Kenya

La lettera di Monsignor Brunetti

Marsabit in Kenia per me non è solo più un idea astratta ma è qualcosa che è entrata nel cuore.

Questo viaggio missionario, sia pur breve, mi ha fatto vedere quanto è stata grande l’opera di evangelizzazione dei nostri sacerdoti albesi per oltre cinquant’anni.

Sia a Marsabit, sede della Diocesi, sia nelle altre parrocchie del deserto che abbiamo visitato, fra queste Maikona e Nort horr, era emozionante sentire non solo i sacerdoti presenti oggi ma la stessa gente del popolo venirmi incontro e parlarmi di don Tablino, don Venturino, don Asteggiano, don Pellerino, don Rocca, don Molino e così via.

Più di uno anche in forma pubblica hanno detto “quello che siamo lo dobbiamo a loro!”.

Questo viaggio non sarebbe stato lo stesso se non avessimo avuto con noi don Rinino, il quale è stato una guida incomparabile, la sua conoscenza del posto e della lingua parlata dal popolo ci ha permesso di entrare in dialogo con queste comunità.

Don Rinino si sentiva a casa e la sua disinvoltura ci rendeva tutti più sereni e ben disposti, i suoi occhi brillavano e lasciavano trasparire la gioia e le fatiche vissute da lui stesso in quelle terre di missione.

Abbiamo visitato diverse comunità e realtà che portavano anche il nome in memoria dei nostri sacerdoti albesi, come la scuola costruita a Marsabit in memoria di don Asteggiano che ospita centinaia di ragazzi.

I momenti che che ho vissuto con più emozione sono stati in particolare la preghiera sulla tomba di don Tablino nel cimitero del santuario della Consolata a Marsabit.

Pregare su quella tomba semplice e umile, dopo aver sentito parlare di lui e aver letto alcuni suoi scritti, mi ha trasmesso la convinzione di pregare un santo!

Ulteriore conferma l’ho avuta a Maikona quando il giorno dopo ho benedetto la prima pietra di una nuova scuola intitolata a padre Tablino, durante la Messa con la partecipazione di moltissima gente e giovani.

La fede in Gesù Cristo è giunta a quei popoli attraverso quella promozione umana costituita dalla catechesi, dalla educazione scolastica e la cura della salute.

Una testimonianza viva dell’impegno missionario dei nostri preti l’ho avuta dal Vescovo emerito di Marsabit Mons. Ravasi e dall’attuale Vescovo Mons. Kiarha. Ambedue hanno messo in risalto l’importanza fondamentale della lunga attività svolta dai nostri sacerdoti senza risparmiarsi.

Sarebbero ancora molte le cose da ricordare, ma vorrei soffermarmi sul presente e sul futuro.

Oggi la nostra presenza è rappresentata da una missionaria laica Patrizia Manzone, molto apprezzata per il suo impegno a Marsabit. Vorrei ringraziare lei e suo marito Maicol, con i loro due bimbi che ci hanno organizzato sapientemente la settimana.

Il futuro potrebbe vedere un nuovo impegno della nostra Chiesa, magari con altre partenze di laici ma anche di un sacerdote. La scarsità di clero che ci affligge non può far venir meno l’impegno missionario che è costitutivo per ogni Chiesa.

Ringrazio la presenza di don Gino e don Andrea in questo viaggio, lasciando a loro il compito di pensare a forme di cooperazione con Marsabit coinvolgendo soprattutto i giovani.

Grazie anche a Mauro fratello di Patrizia e a Silvano nostri compagni di viaggio.

Non mi resta che ringraziare il Signore per questa bella esperienza vissuta con la speranza che lo slancio missionario diventi autentico per tutti i cristiani e un impegno pastorale per tutte le nostre comunità parrocchiali.

+Marco, Vescovo di Alba

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