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Asti quality food, l’odissea dei lavoratori continua

L'Odissea senza fine dei 34 lavoratori di Asti Quality Food

IMPRESE La vera e propria odissea dei 34 lavoratori della Asti quality food, nata sulle ceneri della storica Artesina, fondata nel 1977 al confine tra i Comuni di Priocca e San Damiano, si arricchisce di un nuovo triste capitolo. Il Tribunale di Asti, dopo aver apposto i sigilli allo stabilimento il 10 novembre scorso, martedì 20 febbraio ha dichiarato il fallimento dell’azienda.
Nei prossimi giorni sarà nominato il curatore fallimentare con la speranza che sia ancora possibile salvare il salvabile e individuare un acquirente tra i molti che nei mesi scorsi avrebbero mostrato interesse a rilevare l’azienda.
Mauro Dematteis (Fai-Cisl) che con il collega astigiano Paolo Capra (Flai-Cgil) assiste i lavoratori di Asti quality food, spiega: «Rimaniamo in attesa di buone notizie per decine di famiglie che da anni vedono messo a rischio il proprio lavoro e che, nonostante le enormi difficoltà degli ultimi mesi, hanno lavorato fino a inizio novembre, senza stipendio, nella speranza di una svolta che al momento non è ancora arrivata».
L’Artesina, eccellenza nella pasticceria surgelata a livello nazionale ed europeo, venne fondata nel 1977 da Giorgio Cumino. Nel 2009 il passaggio di denominazione, dall’originale Artesina dolce idea al marchio Artesina international. Nel 2011, di fronte allo spettro della messa in liquidazione della nuova società, nasce la cooperativa di dipendenti Frozen banana, che nel 2012 fallì. Nonostante la situazione compromessa, i dipendenti continuano a lavorare per circa un anno sotto la direzione di Artesina che a causa degli ingenti debiti, viene posta in liquidazione. Il lavoro e la produzione proseguono con il passaggio alla Asti quality food all’inizio del 2014. L’azienda nel settembre 2015 informa i dipendenti che per ragioni di bilancio sarà costretta a tagliare 15 dipendenti e a esternalizzare gli uffici, tra cui quelli commerciali. Per scongiurare questa evenienza l’8 ottobre di due anni fa azienda e sindacati firmano l’accordo che prevede la richiesta della cassa integrazione straordinaria e l’impegno da parte di Asti quality food a pagare tredicesime e quattordicesime. Tra ritardi e accelerate nel febbraio 2016 arriva la schiarita, con l’azienda che mette sul piatto 75mila euro a lavoratore per pagare gli stipendi arretrati. A fine anno i sindacati firmano per i contratti di solidarietà.
Il lavoro sembra ripartire, tanto che il quotidiano di Confindustria, il Sole 24 ore, il 12 gennaio 2017, dedica all’azienda un lungo articolo intitolato “Asti quality food, il brand italiano delle dolcezze congelate scommette sull’internazionalizzazione”. Sembra, ma non è la volta buona: il resto è storia recente, in una vicenda che si spera possa avere un lieto fine.
Marcello Pasquero

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