Qualcosa nella nostra vita deve cambiare

UN PENSIERO PER DOMENICA 18 MARZO

Qualcosa nella nostra vita deve cambiare
Gesù insegnava ai suoi discepoli che, per portare molto frutto, il seme deve morire nella terra.

La Quaresima è tempo di conversione, cioè di cambiamento. Le letture della quinta domenica suggeriscono tre dinamiche di cambiamento: il seme che deve morire per poter portare frutto (Gv 12,20-33), l’obbedienza al Padre (Eb 5,7-9), la nascita in noi di un cuore nuovo (Ger 31,31-34).

L’obbedienza di Gesù al Padre è molto di più dell’esecuzione di un progetto tracciato a tavolino: è l’adesione dell’uomo Gesù al progetto salvifico di Dio. Fare proprio il progetto di Dio è un potente fattore di cambiamento. Il comportamento di Gesù è stato anticipato da Maria, capace di rivoluzionare i suoi progetti di vita per aderire al progetto di Dio di portare salvezza all’umanità. Il nostro compito quaresimale consiste in uno sforzo per entrare nel progetto di Gesù. Il primo passo è l’ascolto: di Dio e degli uomini. Ascoltare non è sentire: si sente con le orecchie; si ascolta con il cuore.

Ai discepoli Gesù ha spiegato o fatto in qualche modo capire il suo progetto. Acuto osservatore della natura e profondo conoscitore delle tecniche agricole della sua epoca, Gesù usa l’immagine del seme che, per diventare spiga e dare frutto, deve morire nella terra. Il primo e ovvio riferimento è alla sua morte e risurrezione, ma nella similitudine c’è qualcosa che riguarda anche noi. Nella nostra vita personale e sociale ci sono momenti di “morte apparente” in cui tutti i nostri piani e progetti sembrano naufragare, momenti in cui sembra venuta meno ogni speranza. Nell’immagine paradossale del seme che, sepolto nella terra, apparentemente muore, ma poi germoglia, cresce e fa frutto, c’è lo sperare contro ogni speranza, il morire per risorgere. Noi possiamo solo pregare di avere la forza e la grazia, quando viene il momento – l’insorgere di una grave malattia, la morte di una persona cara, il fallimento di qualche nostro progetto, la fine di un amore… – di fare un simile atto di speranza.

Principio di cambiamento è il cuore nuovo, creato in noi da Dio. L’immagine nasce sotto la penna di Geremia, chiamato a vedere di persona e a vivere da profeta la caduta di Gerusalemme per mano di Nabucodonosor. Quella che sembrava la fine dell’alleanza tra Dio e il suo popolo, siglata sul monte Sinai, diventa principio di un rapporto nuovo, scritto non più su tavole di pietra, ma basato sulla coscienza e sull’interiorità dell’uomo. Lì possiamo scoprire che Dio ci ha amati e imparare ad amare. Ma per poter scoprire il Dio che è dentro di noi dobbiamo fargli posto, dobbiamo liberare il nostro cuore da ciò che lo appesantisce: affanni, conflitti, paure, i mille desideri sempre diversi.

Lidia e Battista Galvagno

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