Gorègn: un termine piemontese con molti significati

Gorègn un termine piemontese con molti significati

Gorègn: Tenace, coriaceo, temprato alla fatica. Difficile da masticare/digerire.

Il piemontese è da ritenersi una lingua regionale (o minoritaria) ai sensi della Carta Europea delle Lingue Regionali o Minoritarie. È riconosciuto fra le lingue minoritarie europee dal 1981 ed è inoltre censito dall’ Unesco, nell’Atlante delle lingue del mondo in pericolo, tra le lingue meritevoli di tutela. Il 15 dicembre 1999 il Consiglio Regionale del Piemonte, ha ufficialmente riconosciuto il piemontese quale Lingua Regionale del Piemonte.

Una dimostrazione di quanto alcuni piemontesi siano come la parola di oggi: gorègn. Si tratta chiaramente di un aggettivo – al femminile gorëgna – attribuibile principalmente a persone ma anche a oggetti e a cibi di difficile masticazione/digestione.

È una parola che personalmente sta molto a cuore per via del fatto che caratterizza parte della gente piemontese, quella storica con cui siamo in debito, vocata alle attività rurali. Gorègn rappresenta qualcosa di duro, forte, resistente alla fatica lavorativa. Un popolo gorègn, quello piemontese, esortato a portare avanti la propria tradizione con garbo e raffinatezza: gli strumenti ci sono.

Ora, per fare un po’ di campanilismo sano e costruttivo, bisogna puntualizzare che nelle due macro zone collinari che ci circondano, vi sono rispettive parole che alimentano e riconoscono, seppur con sfumature differenti, il valore dell’essere umano laborioso. In Langa si dice feità di un individuo corazzato, assuefatto, temprato alla fatica; nel Roero troviamo groè/groesa, per descrivere qualcuno di molto capace a far qualcosa, che si impegna e sa darsi da fare.

C’è una metafora che mi ha sempre affascinato, quella delle teste dure, come solo noi sappiamo essere da queste parti quando ci impuntiamo su qualcosa. Chi non la pensa come noi, tenderà sempre a farci cambiare idea con le parole, con la forza, con chissà cosa. Bene, bisogna sapere che quando si cerca di provocare, spostare o trascinare via una testa dura, questa traccerà un solco con il naso; in quel solco resteranno i semi delle buone idee da cui cresceranno ottimi frutti.

Paolo Tibaldi

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