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Undici defibrillatori nel paese di Montà ma servirebbe coordinazione

Undici defibrillatori in paese ma servirebbe coordinazione

MONTÀ Molti strumenti sono in edifici chiusi e solo pochi sanno usarli
Undici defibrillatori in paese, uno ogni 400 abitanti. È questo il dato singolare segnalato dalla Croce rossa montatese, che sottolinea come ci siano già un centinaio di cittadini adeguatamente formati per utilizzarli. «Il Dae, o defibrillatore automatico esterno, è un dispositivo salvavita da utilizzare in caso di arresto cardiaco», ricorda Mattia Morone, responsabile dei corsi di formazione della Cri del paese. «Analizza il battito del cuore e, se questo è assente, avvisa l’operatore di erogare una scarica elettrica. Chiunque può utilizzarlo, anche personale non sanitario, dopo aver svolto un breve corso di formazione. È obbligatorio per le società sportive, le strutture sanitarie e socio-sanitarie».

Oggi due defibrillatori sono in dotazione alla Croce rossa montatese, che ne ha uno in sede e uno sull’ambulanza, due sono nelle scuole (uno alle elementari e uno alle medie del capoluogo) e tre li ha la Polisportiva per palestra, campo sportivo e campo in sintetico. Infine, un defibrillatore lo hanno anche la piscina, la parrocchia, la bocciofila e la casa di riposo La divina misericordia.

Undici defibrillatori in paese ma servirebbe coordinazione 1

«Avere così tanti strumenti salvavita», commenta Morone, «è un ottimo punto di partenza. Un Dae ogni 400 abitanti è un valore eccezionale ma per ottimizzare il loro utilizzo sarebbe bello che le varie realtà si coordinassero, magari grazie all’intervento del Comune. Infatti, a parte il defibrillatore della piscina che è effettivamente all’esterno, gli altri sono sistemati tutti all’interno di cortili o edifici e quindi non sono fruibili 24 ore su 24. Inoltre ci sono zone dove la loro concentrazione è altissima (tra cittadella sportiva, scuole medie e casa di riposo ne abbiamo 6 in 500 metri) e altre dove non ne abbiamo, ad esempio nelle frazioni. Infine, sarebbe necessario che molta più gente sapesse usarli e sapesse dove si trovano. In tal senso potrebbe bastare anche solo l’esposizione di una cartina del paese con i vari punti salvavita segnalati».

Ogni dispositivo costa circa mille euro e il corso 40 euro a persona (per 4 ore di formazione). Poco, se si considera che cosa realmente possono fare. Morone conclude: «Vale la pena diventare un paese “cardioprotetto” e, come Croce rossa, siamo pronti a fare la nostra parte, offrendo proposte mirate e una adeguata preparazione alla popolazione».

a.au.

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