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Intervista esclusiva di Gazzetta d’Alba al segretario di Stato vaticano: «Ecco la chiesa che vuole papa Francesco»

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ALBA «La riforma della Curia non si è bloccata, ma è già stata avviata e realizzata: si vuole affermare una maggiore collegialità, con un servizio non solo al romano Pontefice, ma anche alle Chiese locali ed evitando una certa autoreferenzialità della Curia». Così si esprime il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, in un’intervista esclusiva concessa a Gazzetta d’Alba, in occasione dell’ordinazione a vescovo di monsignor Marco Mellino ad Alba, che andrà a ricoprire proprio il ruolo di segretario aggiunto nel C9.

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«Attualmente è un C6, ma non escludo che il Papa proceda a nominare dei nuovi membri», dice Parolin, che stigmatizza «gli attacchi molto forti e personali, irriguardosi, nei confronti del Papa di persone che non accettano le aperture che lui sta facendo, nel senso di una Chiesa dal volto evangelico. Francesco vuole che la Chiesa sia trasparenza del Vangelo e questo crea qualche resistenza».

Parolin commenta le definizioni che il Censis ha dato di un’Italia “delusa e incattivita”, invitando a non fermarsi soltanto sui problemi, ma a governarli, tenendo conto anche delle «cose positive che ci sono» nel Paese. Ciò vale non solo per i problemi legati all’immigrazione, ma anche per la distanza che si è creata tra cittadini e istituzioni europee. L’Europa deve marciare tenendo a fondamento i valori dei suoi padri fondatori: «libertà, democrazia, pace, solidarietà, sussidiarietà, giustizia», valori che «sono il contrario del populismo».

 

Infine il segretario di Stato dice che «è passato il tempo» per un ritorno al partito dei cattolici, anche se invita i cattolici, in qualunque formazione militino a «trovare strumenti che permettano di dare voce ai valori», con «una politica intesa come servizio».

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