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Primi interventi alla tiroide con tecnica mininvasiva al San Lazzaro di Alba

L’ernia è l’intervento più diffuso

ALBA Giovedì 15 novembre all’ospedale San Lazzaro di Alba sono stati effettuati i primi due interventi con l’innovativa tecnica della tiroidectomia mininvasiva videoassistita (Mivat): il chirurgo albese William Di Natale, con la presenza di uno dei massimi esperti europei di chirurgia della tiroide, fra gli ideatori della tecnica, Gabriele Materazzi, ha operato con successo due donne di circa 35 anni. Il percorso di crescita nell’ambito della chirurgia della tiroide del servizio di chirurgia dell’Asl Cn2 diretto da Marco Calgaro è iniziato da qualche mese: il numero di interventi fatti ad Alba era molto ridotto rispetto all’incidenza della patologia della tiroide sul nostro territorio; in molti si recavano altrove per l’intervento.

Il chirurgo Di Natale ha conseguito un master nell’azienda ospedaliera universitaria di Pisa, dove vengono effettuati circa 3.200 interventi l’anno; insieme al collega Flavio Fraire del servizio di anatomia e istologia patologica, Di Natale ha avviato un ambulatorio di endocrinochirurgia. Negli ultimi sei mesi, sono una quarantina gli interventi di tiroidectomia avvenuti al San Lazzaro: un dato paragonabile al totale annuale degli anni precedenti.

Quanto alla nuova tecnica chirurgica utilizzata all’ospedale di Alba per la prima volta, si tratta di un’evoluzione di quella tradizionale, che viene eseguita con una piccola incisione di 2-3 centimetri attraverso la quale si inseriscono una telecamera e degli strumenti microchirurgici. I vantaggi della Mivat sono estetici, visto che il taglio è piccolissimo e la cicatrice quasi invisibile, di riduzione del dolore cervico-nucale postoperatorio, minore incidenza di complicanze vocali, respiratorie ed elettrolitiche anche gravi – grazie alla visione dalla telecamera – e infine relativi alla possibilità di esecuzione in anestesia locale e dimissione precoce. Il limite attuale della tecnica è che si presta a interventi su tiroidi e noduli tiroidei relativamente piccoli.

«Questo è uno dei campi su cui si potrebbe puntare per il futuro, per diventare un punto di riferimento: a Verduno avremo a disposizione strutture e mezzi che altri non hanno, a partire dal robot Da Vinci che è già utilizzato al San Lazzaro da settembre», commenta il direttore generale dell’Asl Cn2 Massimo Veglio.

a.r.

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