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A Cuneo trecento medici e infermieri partecipano al convegno di cardiologia

A Cuneo trecento medici e infermieri partecipano al convegno di cardiologia

CUNEO L’8 e il 9 marzo si svolgerà nel Centro incontri della Provincia in corso Dante a Cuneo, la nuova edizione del convegno Wedge organizzato congiuntamente da Alessandro Locatelli, Claudio Grossi e  Giuseppe Musumeci che dirigono il pronto soccorso, cardiochirurgia e cardiologia del Santa Croce e Carle di Cuneo.  L’ospedale è punto di riferimento per l’innovazione nelle strategie terapeutiche e per l’attenzione ai pazienti.

Il convegno affronta in modo condiviso tra cardiologi, chirurghi e anestesisti le problematiche comuni dei pazienti con patologia cardiaca. In apertura di convegno i tre direttori scientifici doneranno alla Provincia di Cuneo tre defibrillatori che saranno collocati in punti strategici del territorio. Il congresso, vista la sua importanza, sarà aperto dal direttore generale del Santa Croce Corrado Bedogni e dal presidente dell’Ordine dei medici Giuseppe Guerra.

A Cuneo trecento medici e infermieri partecipano al convegno di cardiologia

«Nella prima parte di Wedge 2019 verrà valutata l’appropriatezza nella gestione clinico-diagnostica e nel trattamento farmacologico del paziente ad alto rischio cardiovascolare», spiega Musumeci. «L’idea è di riprodurre quello che nei maggiori ospedali succede ogni giorno: la costruzione del cosiddetto heart team: cardiologi, cardiochirurghi e cardioanestesisti insieme in un lavoro di squadra, per il bene del paziente, si accordano sui percorsi specifici per la cura della stenosi aortica, dell’insufficienza mitralica, dello scompenso avanzato, della interventistica coronarica complessa e delle aritmie pericolose».

Verranno discusse le metodiche che oggi permettono di gestire in modo sempre meno invasivo le principali malattie cardiovascolari che rappresentano la maggiore causa di mortalità e morbilità nel nostro Paese. La loro analisi, attraverso le tre discipline, sarà il tema centrale del congresso Wedge che è patrocinato dall’Ordine dei medici di Cuneo, Siaarti, Gise e Sicch coinvolgerà più di 300 partecipanti tra medici, discenti e infermieri provenienti da tutta Italia e vedrà la presenza delle figure più rappresentative delle tre discipline che si ritroveranno e confronteranno per trovare soluzioni innovative.

Saranno infatti presenti i presidenti nazionali della Società italiana degli anestesisti rianimatori (Siaarti) Flavia Petrini (Chieti), il presidente della Società italiana di cardiochirurgia (Sicch) Gino Gerosa (Padova) e della Società italiana di cardiologia interventistica (Gise) Giuseppe Tarantini (Padova). Queste tre società scientifiche, delle quali fanno attivamente parte gli specialisti del Santa Croce Locatelli rappresentante regionale di Piemonte e Valle D’Aosta per Siaarti, Musumeci past president Gise e Grossi quale ex consigliere della Sicch, hanno inoltre concesso patrocinio ufficiale al congresso cuneese garantendone un prestigio e una rilevanza nazionale.

«Il nostro ospedale è stato tra i primi in Italia a dotarsi di una sala operatoria ibrida che permette una collaborazione interdisciplinare», ha affermato  Locatelli. «Questo esempio virtuoso è stato seguito in alcune realtà ospedaliere. Tuttavia la diffusione delle sale ibride a livello nazionale è ancora ridotta a causa degli elevati costi e delle difficoltà strutturali che purtroppo limitano la diffusione di questa fondamentale risorsa». Obiettivo del Congresso sarà anche quello di mediare e costruire una forte integrazione tra i medici del territorio e i cardiologi ospedalieri, capace di garantire un follow-up adeguato e una stretta aderenza alla terapia farmacologica.

«L’infarto acuto è ancora il killer numero uno ma oggi l’Italia guida la classifica europea dell’efficacia nel suo trattamento. Merito della diffusione nei centri di cardiologia degli interventi d’angioplastica primaria (in Italia se ne effettuano circa 36 mila l’anno; a Cuneo quasi 200 l’anno) che possono vantare a tutto diritto il titolo di interventi salvavita; questi hanno abbassato il rischio che l’infarto si traduca in un evento fatale dal 30 al 40%», ha spiegato Musumeci.

«Il Congresso – dichiara   Grossi – sarà una grande occasione per confrontarsi sulle principali problematiche che affliggono i nostri pazienti a partire da casi clinici reali e cercando di arrivare a soluzioni condivise ed innovative da poter applicare nella pratica medica. L’integrazione delle tre specialità è valore assoluto e necessario per poter garantire standard di efficacia e sicurezza. Questi obiettivi sono perseguiti per fornire un servizio di qualità, al passo con i tempi, in risposta alla domanda di salute dell’ampio territorio che riferisce al nostro ospedale».

Per informazioni sul convegno: www.womblab.com/evento/wedge-2019/

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