Cencio: «Utilizziamo un milione ogni anno per aiutare i minori»

L’INTERVISTA Parliamo con il presidente del Consorzio socio- assistenziale Alba, Langhe e Roero Pier Giuseppe Cencio. Erogando sussidi e intervenendo con operatori nei casi di disagio economico o abitativo, l’ente intercomunale si occupa di assistere, tra gli altri soggetti deboli, pure le famiglie con bambini.

Quanti sono i nuclei con minori assistiti sul nostro territorio, Cencio?

«Nel 2018 i nuclei in cui erano presenti bambini e ragazzi che hanno ricevuto interventi economici diretti sono stati 235, per un importo pari a 181.637 euro. Dal punto di vista del bilancio del consorzio (che raccoglie 65 Comuni: Alba, Langhe e Roero) i contatti legati all’area minori e famiglie rappresentano più della metà di quelli complessivi (circa 3mila su quasi 5mila) e in termini di spesa impegnano circa il 20 per cento, cioè un milione di euro, di quanto si spende per i quattro settori (minori, disabili, anziani e adulti in difficoltà). I minori fruitori d’interventi da parte nostra sono stati 450. L’assistenza è finalizzata allo sviluppo delle potenzialità dei ragazzi, alla consapevolezza delle capacità genitoriali, alla facilitazione d’inserimento in contesti socio-aggregativi, alla padronanza delle relazioni sociali e delle comunicazioni con i coetanei e gli adulti. Con il “luogo neutro” – è uno spazio protetto in cui genitori e figli, coinvolti in situazioni familiari altamente conflittuali, possono mantenere vivi gli affetti – ci occupiamo anche di permettere la relazione dei ragazzi con i genitori non conviventi. Gli interventi operativi sono stati 17 nel 2018».

Cencio: «Utilizziamo un milione ogni anno per aiutare i minori»

Come lavorano gli operatori a contatto con le problematiche dell’età evolutiva?

«Gli operatori sociali (assistenti ed educatori professionali) lavorano nell’ottica di rendere le persone autonome e responsabili nel determinare le proprie vite. Questo delicato impegno si basa su azioni di rinforzo delle risorse delle famiglie e dei loro componenti, sulle capacità di realizzare relazioni solidali, per cui la “moneta di scambio” non è l’interesse personale ma la tranquillità e la serenità di poter affrontare le difficoltà con il supporto di enti e conoscenti. Al di là di dati più precisi e riservati – riferiti al numero di minori in affido residenziale o diurno, di minori inserti in comunità o per i quali il Tribunale dei minorenni ha disposto la tutela affidandola al consorzio – si deve sottolineare un aumento complessivo dei minori seguiti. Ciò evidenzia da una parte l’ampliarsi del problema, ma anche l’attenzione e l’impegno richiesti al nostro ente, che il responsabile dell’area minori Luca Anolli e gli operatori quotidianamente mettono in campo».

Perché i minori in difficoltà (di qualsiasi natura) risultano in incremento?

«In un quadro complessivamente positivo per il nostro territorio, non si può negare che percepiamo un aumento delle situazioni di difficoltà e, non diversamente da quanto si vive nel mondo della scuola, uno scollamento del raccordo e delle alleanze educative tra i soggetti coinvolti: famiglie, scuole, parrocchie, agenzie educative e servizi sociali. A tutto questo non è difficile aggiungere l’irrompere di nuove problematiche come per esempio il bullismo, anche nella versione cyber, su cui dobbiamo saper offrire risposte adeguate e praticabili».

Matteo Viberti

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