La Regione aiuta chi farà il medico nei piccoli centri

medico con paziente
Immagine di repertorio

SANITÀ C’erano anche il sindaco di Novello Roberto Passone, presidente dell’Unione dei Comuni colline di Langa e del Barolo, e il primo cittadino di Lequio Berria Davide Adriano, in rappresentanza dell’Unione montana alta Langa, tra i partecipanti all’incontro con l’assessore regionale alla sanità Antonio Saitta svoltosi a Torino per trovare una soluzione a un problema di stretta attualità: la carenza di medici di famiglia e pediatri nei piccoli Comuni e nelle aree montane. «Si tratta di un problema nazionale che nei prossimi anni rischia di trasformarsi in una vera emergenza. Come Giunta regionale siamo pronti ad approvare un provvedimento per assicurare un contributo aggiuntivo per i medici di famiglia e i pediatri che decideranno di operare nei Comuni e nelle aree con poca popolazione», ha spiegato Saitta.

Un primo passo che è stato apprezzato dagli amministratori locali. «Era fondamentale che il territorio esprimesse le proprie criticità e che si iniziasse un percorso di condivisone. Si tratta di una problematica seria, che deve essere affrontata subito, visti i futuri pensionamenti di medici e la conseguente difficoltà di garantire in tutte le zone un’assistenza sanitaria puntuale», ha affermato Passone. Ha aggiunto Adriano: «Siamo contenti dell’attenzione che si sta dando al problema. I piccoli Comuni rischiano di trovarsi in difficoltà e isolati. Bisogna fare squadra e trovare soluzioni strutturali di lungo termine».

L’intenzione dell’assessorato regionale alla sanità è di adottare, intanto, un piano che riguarda 15 aree del Piemonte, dove oggi operano 178 medici di famiglia e 35 pediatri, individuate in particolare in base alla bassa densità abitativa. Una prima azione concreta era stata quella di aumentare il numero di borse di studio in medicina generale: fino al 2021 saranno 70 in più, per un totale di 189.

Saitta è poi entrato nel dettaglio delle proposte che dovranno essere discusse con le organizzazioni sindacali dei medici di famiglia: «Oltre a premiare chi deciderà di operare nei piccoli Comuni e nelle aree montane, la Regione incentiverà i medici che sceglieranno di associarsi e, dunque, fornire un servizio più appropriato alle esigenze del territorio. Le Amministrazioni comunali si faranno invece carico degli aspetti logistici, offrendo facilitazioni nei costi delle sedi degli studi e nell’attivazione dei servizi connessi».

Daniele Vaira

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