Il ciclo idrico è affidato a Cogesi con il 76% dei sì

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SERVIZI PUBBLICI Affidata a Cogesi con il 76 per cento dei voti la gestione del ciclo idrico nella provincia di Cuneo in una storica votazione avvenuta il 27 marzo. Cogesi è la società totalmente pubblica che per 30 anni gestirà tutto il ciclo dell’acqua dalla captazione allo smaltimento.

La gestione effettiva avverrà solo dal primo luglio, ma dal 27 marzo è iniziata ufficialmente la transizione delle società pubbliche sotto la nuova bandiera. Si tratta di poco più del 60 per cento dei Comuni della provincia, esattamente 153 su 247: Cogesi subentra nei 103 Comuni ora gestiti da Acda, nei 22 di Calso, nei 2 di Infernotto acque e nei 26 centri attualmente serviti dalla società Sisi.

Le società miste o private, come Tecnoedil che gestisce il ciclo idrico in Langhe e Roero, verranno liquidate entro il 31 dicembre 2021.

Bruna Sibille presidente dell’autorità d’ambito (Ato) ha commentato: «La questione non termina, ma inizia oggi e deve partire con il livello migliore possibile per fornire ai cittadini un servizio idrico adeguato e possibilmente migliore di quello attuale. Sarà fondamentale il ruolo di controllo dell’Ato. Confido che chi verrà dopo di me capirà l’importanza di quanto fatto dai sindaci della provincia negli ultimi anni».

Nonostante oltre i tre quarti dei voti positivi, non sono mancate le voci fuori dal coro, a partire dal Roero, con in prima fila il sindaco di Canale Enrico Faccenda, che ha criticato la decisione dell’assemblea e presentato un documento con le varie ragioni per il no.

No che è arrivato anche dal sindaco di Mondovì Paolo Adriano e dalle unioni montane Mondolè e Monte Regale. Roberta Barbero, sindaco di Marene e rappresentante del Saviglianese, si è invece astenuta.

Ora l’attenzione si sposta all’8 maggio, giorno della sentenza del Tsa (Tribunale superiore delle acque) sulla legittimità del piano d’ambito approvato a marzo 2018. Se dal Tsa dovesse arrivare un parere negativo, l’iter per l’affidamento potrebbe dover ripartire dalla definizione del piano d’ambito e si tornerebbe al punto di partenza.

Marcello Pasquero

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