Avvocati penalisti in sciopero presentano il “Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo”

Legittima difesa: cosa è cambiato
L'avvocato albese Roberto Ponzio.

AVVOCATI Gli avvocati penalisti di tutta Italia sono in sciopero e si preparano a riunirsi a Milano: l’astensione dalle udienze nelle giornate di ieri, mercoledì 8 maggio, oggi, 9 maggio, e domani, è stato indetto dall’Unione delle Camere Penali Italiane. Per comprenderne le motivazioni abbiamo interpellato l’avvocato penalista albese Roberto Ponzio.
Perché è stato indetto lo sciopero?

“L’astensione dalle udienze vuole rappresentare un segnale d’allarme nei confronti della deriva populista e giustizialista della legislazione penale in Italia. Ad esempio recentemente è stata eliminata la possibilità di accedere al rito abbreviato per i reati puniti con la pena dell’ergastolo, nonostante gli unanimi pareri contrari degli addetti ai lavori; così si esprime l’idea che trent’anni siano insufficienti a sanzionare crimini anche gravissimi, per altro paralizzando l’attività delle Corti di Assise, caricandole di processi che si sarebbero potuti definire altrimenti. Un provvedimento che è anche in palese contrasto con l’intento dichiarato dallo stesso Governo che vorrebbe ridurre la
durata dei processi penali: questi invece si allungheranno, perché sarà necessario procedere all’istruttoria dibattimentale e a tutta una serie di altre fasi processuali.”

Sotto quali altri aspetti le Camere Penali sono in contrasto con l’operato del Governo?

“Possiamo citare l’indiscriminato e irragionevole aumento delle pene, una specie di idolatria per la condanna perpetua, vuoi detentiva o inibitoria o interdittiva del reo, il disprezzo per la funzione rieducativa della pena, che costituisce un inderogabile principio costituzionale, la soppressione delle misure alternative al carcere. Inoltre la sovversione della presunzione di non colpevolezza, l’abolizione di fatto della prescrizione, la segregazione carceraria anche per chi potrebberagionevolmente aver accesso a misure alternative.  Nelle riforme anticorruzione, il cosiddetto “spazzacorrotti”, si assegna al concetto di corruzione una valenza etica; gli avvocati non si
schierano con i corrotti ma con i cittadini presunti innocenti sino a sentenza definitiva. Infine si può sottolineare la ventilata proposta di introduzione del referendum propositivo anche in materia penale, che in conclusione avrebbe un effetto catastrofico sull’assetto generale della democrazia
liberale.”
Qual è l’obiettivo delle Camere Penali?

“Non ci si limita all’astensione ma si affianca una manifestazione di due giorni – il 10 e l’11 davanti all’Università degli Studi di Milano – per richiamare l’attenzione del mondo accademico, delle istituzioni, della politica e dell’opinione pubblica con la presentazione del Manifesto del diritto penale liberale e del giusto processo.

Il documento, stilato dall’Unione delle Camere Penali in collaborazione con i giuristi delle più autorevoli università italiane, prevede fra il resto il rispetto del principio di proporzionalità della pena, un modello di diritto penale che legittima l’intervento punitivo solo quando è strettamente necessario, un intervento punitivo proporzionato alle esigenze di tutela e al tempo stesso rispettoso verso la persona che lo subisce, il rifiuto di ogni abuso della carcerazione preventiva, che dovrebbe rappresentar un istituto da relegare in ambiti di marcata
eccezionalità, e la carcerazione preventiva limitata a specifiche esigenze di carattere processuale, per tempi limitati e nel rigoroso rispetto dei principi di legalità e proporzionalità. Infine si auspica uno stop al fenomeno del processo mediatico: prima della condanna definitiva la cronaca giudiziaria deve mantenersi entro i binari rispettosi della presunzione d’innocenza, deve informare sul processo e non crearne uno parallelo ad uso e costume dei mass media.”

Adriana Riccomagno

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