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Nella giornata mondiale dell’ambiente firmato un accordo sulle risorse idriche dell’Europa centrale

Nel 2019 la Giornata mondiale dell’ambiente – che su scala globale vede una sensibilizzazione alle politiche e alle azioni per ridurre gli inquinanti dell’aria (#BeatAirPollution) – registra una altrettanto rilevante e concreta azione volta a migliorare la tutela delle acque. A dimostrazione dell’attenzione diffusa per questa risorsa naturale esauribile e dunque bisognosa di difesa sia sotto il profilo della qualità che della quantità è stata siglata a Vienna una importante intesa continentale per incrementare in ogni modo possibile la difesa della risorsa idrica nel distretto dell’Europa centrale.

Nella giornata mondiale dell’ambiente firmato un accordo sulle risorse idriche dell’Europa centrale

La sottoscrizione di questo innovativo accordo denominato Dri-flu-charta ha come obiettivo ravvicinato e di prospettiva la protezione strategica delle risorse idriche da parte dei rappresentanti delle istituzioni, della ricerca e delle aziende provenienti da tutta l’Europa centrale. L’Italia manifesta il suo forte impegno attuale e futuro per le acque con la firma di Meuccio Berselli, segretario generale dell’Autorità di distretto del fiume Po, che coordina l’Osservatorio permanente sugli usi dell’acqua del distretto idrografico con l‘obiettivo di rafforzare la cooperazione e il dialogo tra i soggetti appartenenti al sistema di governance della risorsa idrica, promuovere l‘uso sostenibile della risorsa idrica in attuazione della direttiva comunitaria sulle acque.

L’iniziativa è stata promossa nell’ambito del progetto Interreg Proline Ce, che riguarda le buone pratiche di uso del suolo, di gestione delle acque, in particolare delle piene e delle magre, e di risposta ai cambiamenti climatici, finalizzate alla protezione delle risorse idriche ed in particolare delle acque potabili.

Il progetto è stato svolto da un gruppo di lavoro internazionale, composto da esperti provenienti dal settore privato, della ricerca e da enti istituzionali provenienti da diversi paesi dell’Europa centrale.

Nella prima parte del progetto, per ciascuno dei paesi partecipanti, è stata svolta un’analisi comparativa delle conoscenze e dello stato di fatto, anche in termini di strumenti operativi, che ha consentito di evidenziare le attuali pratiche di gestione del suolo e delle acque, i loro aspetti da migliorare ed i possibili miglioramenti, pervenendo all’individuazione delle migliori pratiche di gestione.

Successivamente, le migliori pratiche di gestione individuate, sono state oggetto di sperimentazione in alcune aree pilota, scelte in modo da poter considerare differenti scale spaziali e temporali (dai grandi bacini idrografici a piccole aree urbane), gli aspetti quantitativi che qualitativi delle risorse idriche superficiali e sotterranee, diversi usi del suolo e differenti, a volte conflittuali esigenze dei portatori di interessi. Ciò ha permesso di testare la validità delle migliori pratiche individuate.

Infine, sulla base delle conoscenze acquisite delle sperimentazioni svolte, si è proceduto alla redazione di un catalogo delle misure e delle migliori pratiche.

L’Italia ha contribuito al progetto attraverso un partner istituzionale, Arpae, e uno proveniente dal settore della ricerca, Cmcc, che hanno proposto tre pratiche di gestione già implementate: l’Osservatorio permanente degli usi idrici nel distretto padano, che utilizza, quale strumento di supporto alle decisioni, il sistema operativo previsionale delle magre del Po Dews (Drought early warning system); il Centro previsionale per le piene del Po che utilizza, quale strumento di supporto alle decisioni, il sistema operativo previsionale delle piene magre del Po Fews (flood early warning system); l’analisi degli impatti sulle piene e sulle siccità dovuti ai  cambiamenti climatici e dei cambiamenti di uso e di copertura del suolo.

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