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Dal Cipe arriva il via libera per il tratto mancante dell’Asti-cuneo

«È una notizia che attendevamo da moltissimo tempo ed è una bellissima notizia: ora finalmente possono ripartire i cantieri di un’infrastruttura strategica per il nostro territorio che i piemontesi aspettano da più di 30 anni». Con queste parole il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alle infrastrutture e trasporti Marco Gabusi, commentano il via libera del Cipe all’Asti-Cuneo.

«Quella del 31 luglio è stata una mattina intensissima, iniziata direttamente al telefono con il ministro Toninelli e il sottosegretario Giorgetti per chiarire gli ultimi dubbi e definire i passaggi necessari al via libera del Cipe», prosegue Cirio. «Ho inviato l’assessore alle infrastrutture Gabusi a presidiare personalmente la seduta e desidero ringraziare per questo fondamentale risultato il Governo e anche l’on. Molinari, che è stato un prezioso tramite tra il Piemonte e Roma. Il Cipe ha chiesto di tenere aggiornata sull’evoluzione della procedura l’Unione europea,  da cui però non è necessaria nessuna autorizzazione preventiva. Per cui i lavori possono partire. Questa per il nostro territorio è una giornata storica. In soli due mesi, da quando abbiamo assunto la guida della Regione, la Tav è ripartita e l’Asti-Cuneo si è sbloccata. Questo vuol dire governare con i fatti e non con le parole».

Dal Cipe arriva il via libera per il tratto mancante dell’Asti-cuneo

I deputati piemontesi del Movimento 5 stelle Fabiana Dadone e Paolo Romano spiegano che per la A33 Asti-Cuneo si tratta della revisione del rapporto concessorio e della gestione della infrastruttura per circa 626 milioni di euro. Il nuovo piano prevede l’emergere al 2045 di un valore di subentro di 306 milioni di euro. «Abbiamo seguito le nuove procedure, non c’è bisogno del parere della Commissione europea, finite le funzioni meramente amministrative possiamo orgogliosamente dire che finalmente potranno partire i lavori di completamento» sottolineano i deputati aggiungendo: «Abbiamo mantenuto le promesse. Nei mesi precedenti all’incontro odierno al Cipe abbiamo più volte dimostrato la volontà di voler sbloccare e completare l’opera. Sono solo 9 i chilometri mancanti, un’avventura protratta negli anni che sembra finalmente trovare un lieto fine. Un’opera sciagurata, come ha detto il Ministro Toninelli, una strada che rimane monca all’interno dell’area del cuneese. Il nostro Governo è riuscito in quello che gli altri hanno solo rimandato».

«Confidiamo – dice il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari – che i cantieri vengano avviati nel più breve tempo possibile per dare quella risposta di viabilità, necessaria per fare uscire dall’isolamento la provincia Granda, alle imprese, al tessuto economico delle vallate del cuneese e dell’astigiano e ai residenti. Ora andiamo avanti sulla tangenziale di Fossano e sulla galleria del Tenda, interventi indispensabili per efficientare il sistema infrastrutturale piemontese e internazionale».

Non festeggia, invece, la deputata del Pd Chiara Gribaudo: «Toninelli finge di aver sbloccato un’opera che si poteva iniziare un anno fa mentre in realtà rimanda a data da destinarsi le prescrizioni dell’Autorità di regolazione dei trasporti e la condivisione dei piani finanziari con la Commissione europea. Salvini, Conte e Cirio festeggiano per un piano illegittimo, che mette il Paese a rischio di una procedura di infrazione, aumenta le tariffe autostradali e regala a vita la concessione della A4 Torino-Milano ai Gavio».

Gribaudo aggiunge, dopo la riunione del Cipe: «Non si approvano progetti definitivi per il tratto da Cherasco a Verduno, si mette sulla Torino-Milano un valore di subentro che sfiora 1 miliardo di euro, fuori da ogni parametro italiano ed europeo, con il quale nessuno tranne Gavio parteciperà mai alla gara nel 2026. È assurdo festeggiare tutto questo. Faranno altre passerelle, riempiranno le copertine dei giornali, ma non vedremo una ruspa sotto il moncone di Cherasco, né quest’estate né probabilmente la prossima. Il coraggio e la forza di mistificare la realtà da parte di questo governo è qualcosa che spaventa».

I commenti

Giuliano Viglione, presidente Associazione commercianti albesi e coordinatore Tavolo delle autonomie per il territorio: «La valutazione positiva del Cipe sul piano finanziario di questa prima frazione del lotto 2.6 è  la prima notizia positiva dopo molti anni. Tuttavia non esultiamo, perché essa rappresenta una piccola parte di quanto ampiamente dovuto al territorio e costantemente disatteso nel tempo. Ora occorre che si faccia in fretta, che partano i cantieri e che, mentre si costruisce tra Roddi e Verduno, si progetti la parte mancante del lotto 2.6, per cancellare anche la vergogna del moncone di Cherasco e ottenere finalmente l’intero collegamento».

Gianna Gancia, parlamentare europea della Lega: «L’approvazione, da parte del Comitato interministeriale per la programmazione economica del nuovo piano finanziario di completamento autostradale della Asti-Cuneo, che autorizza l’avvio dei cantieri del tratto tra Alba e Verduno e dà il via alla progettazione del troncone fra la stessa Verduno e Cherasco, è un motivo di grande soddisfazione per l’intero territorio e anche per me personalmente, dal momento che come Presidente della Provincia di Cuneo ebbi l’onore di inaugurare nell’ormai lontanissimo febbraio 2012 l’ultima parte di viadotto, quella da Sant’Albano a Castelletto Stura, prima del totale blocco dei lavori che tuttora tristemente perdura.

Per questo motivo, alla evidente contentezza per i provvedimenti assunti giovedì dall’organismo interministeriale, aggiungo l’invito a conservare il massimo della coesione politica, istituzionale e territoriale in vista dei prossimi delicati passaggi tecnici prima della ripresa delle opere di costruzione dei tratti mancanti, visto e considerato che il riavvio degli stessi coinciderà con cantieri della durata stimata in 4 anni.

L’Europa, per quanto sia necessario lavorare a una maggiore rispondenza fra strategie di Bruxelles e richieste dei singoli territori, ha dimostrato – come per il Tav Torino-Lione – di voler venire incontro all’Italia e al Nord-ovest, sebbene molto resti ancora da fare e da rivendicare. Quindi, da adesso in avanti, sarà importante lavorare assieme per accelerare futuro e non più dividersi per far riaffiorare il passato».

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