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Protesi sparite all’ospedale Santa Croce di Cuneo, un altro arresto per truffa

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CUNEO Avevano trovato la giusta sinergia criminale un infermiere caposala con più di 30 anni d’esperienza fra le corsie del Santa Croce di Cuneo e un imprenditore torinese titolare di una ditta specializzata nella fornitura di protesi e filo in titanio usato per le suture. Il risultato è una truffa da un milione di euro, secondo gli inquirenti della Guardia di finanza che ieri hanno eseguito il mandato di cattura a carico del titolare dell’azienda.

Il cerchio si chiude dopo due mesi di indagini serrate che avevano portato all‘arresto, lo scorso luglio, del caposala, ora ai domiciliari. Le accuse contestate sono quelle di corruzione e truffa aggravata (disposto nei confronti dell’imprenditore il sequestro cautelare di beni per il valore di un milione di euro). Il sistema architettato dai due funzionava così: la ditta inviava regolari fatture per materiale mai arrivato nei magazzini dell’ospedale. L’infermiere, che di quei magazzini era responsabile, dietro versamento di una tangente, chiudeva un occhio e certificava l’avvenuta consegna del materiale.

Gli ammanchi riscontrati nelle forniture però avevano condotto al fermo dell’infermiere e posto gli inquirenti delle fiamme gialle di fronte al rompicapo del materiale rubato e della sua collocazione sul mercato illegale (cosa non difficile per i rocchetti di filo in titanio ma difficilissima per le protesi perché munite di matricole seriali). La soluzione era più “semplice” del previsto: il materiale era stato pagato ma le consegne erano fittizie, di reale c’era solo la truffa ai danni dell’azienda ospedaliera, un modus operandi che andava avanti da almeno 3 anni.

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