On-line oppure sulla carta la notizia del territorio piace molto ai giovani

On-line oppure sulla carta la notizia del territorio piace molto ai giovani 1

COMUNICAZIONE Non è vero che i giovani non s’informano, piuttosto amano farlo dallo smartphone, cercando i siti di news, invece di sfogliare il giornale di carta a cui sono affezionati i loro genitori.

Il 59 per cento degli italiani nella fascia d’età 23-38 anni e il 66 per cento tra 35-54 anni si definisce infatti assiduo lettore di notizie. Lo attesta ComScore, società di ricerca internazionalmente conosciuta, che tiene un monitoraggio costante dei flussi dei dati Internet per studiare il comportamento degli utenti della Rete.

La ricerca attesta come nel rapporto tra giovani e informazione giochino un ruolo importantissimo i social network e gli aggregatori di notizie. Ma c’è di più: le informazioni giudicate più affidabili, forse anche perché verificabili, sono quelle locali, mentre le notizie nazionali ispirano meno fiducia di quelle internazionali.

La controprova Gazzetta d’Alba la fa ogni giorno sul terreno: la nostra pagina Facebook – che vanta oltre 36mila “Mi piace” – è frequentatissima dai giovani, anche dagli under 18, mentre l’accesso al sito Internet – che ha superato i 5 milioni di pagine viste in pochi mesi – passa quasi all’80 per cento e per ogni fascia d’età attraverso il cellulare. Con i nostri canali Web – sono attivi ormai da anni il sito gazzetta dalba.it, l’edizione digitale del giornale cartaceo, i vari social network – abbiamo aperto a una platea vastissima di nuovi lettori, offrendo una finestra di notizie approfondite, per un’informazione autonoma, che ha dato più volte segno d’incidere nella comunità locale: abbiamo cioè portato avanti un giornale, di carta e sul Web, che trova linfa nella vita delle persone, mettendosi al loro servizio.

È, peraltro, ciò che fanno in Piemonte altre 19 testate legate alla Federazione nazionale dei giornali cattolici (Fisc), che riunisce nel nostro Paese, con numeri e fatturati più importanti di quanto si possa immaginare, ben 190 periodici.

Solo nella nostra regione operano nella comunicazione che fa capo alla Fisc 85 giornalisti, circa 500 collaboratori e 151 dipendenti. La marcia dei periodici diocesani in Piemonte procede, con decine di milioni di pagine viste su Internet, contatti Facebook e Twitter, oltre a centinaia di migliaia di copie digitali vendute: non tutti sanno che il giornale acquistato in edicola – anche Gazzetta d’Alba, che invita i lettori giovani e meno ad abbonarsi: tutte le condizioni, le facilitazioni e i concorsi si trovano a pag. 38 – viene diffuso anche attraverso l’abbonamento digitale per permetterne la lettura da cellulare, computer, tablet in qualsiasi luogo in cui ci si trovi.

Solo in edicola i giornali Fisc vendono in media più di 4 milioni di copie l’anno, mentre si va ben oltre questa cifra per quanto riguarda quelli diffusi in abbonamento. Se si calcola una media di quattro lettori per copia – ma c’è chi moltiplica anche per otto – si arriva facilmente a decine di milioni di piemontesi che accedono all’informazione del territorio ogni anno, realizzata da giornalisti che operano attraverso la conoscenza diretta delle notizie. Quando un redattore o un collaboratore di Gazzetta d’Alba scrive, infatti, quasi sempre è venuto di persona a conoscenza della notizia o della storia, oppure sta realizzando un focus su un tema importante per la comunità. Ma sa che dovrà confrontarsi con il lettore che lo incontra per strada, con il sindaco, il carabiniere, il professore, il giovane, il medico o l’anziano, abituati ad apprezzarne o contestarne direttamente le affermazioni.

Ma come sta l’informazione locale? Certamente meglio di quella nazionale, anche se non mancano i problemi. Metà dei giornali Fisc del Piemonte vanta una situazione stabile, il 40 per cento in revisione e solo 10 su cento si considerano in difficoltà. I contributi dello Stato non raggiungono tutti – Gazzetta d’Alba non li percepisce –, mentre è più vicina la Regione: l’impegno per l’editoria vale in tutto 700mila euro l’anno.

Maria Grazia Olivero

Genisio: i giornali locali garantiscono pluralismo alla nostra informazione

Abbiamo parlato d’informazione con Chiara Genisio, alla guida della delegazione interregionale della Fisc di Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria che all’interno della Federazione nazionale dei settimanali cattolici (Fisc) rappresenta la porzione più significativa per storia, diffusione e radicamento sul territorio. Genisio è pure direttrice dell’Agenzia giornali diocesani (Agd), incaricata della Conferenza episcopale piemontese per le comunicazioni sociali, oltre che vicepresidente  nazionale della Fisc.

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Chiara Genisio, torinese, è la vicepresidente nazionale Fisc.

Che valore hanno oggi i giornali locali, all’interno di un panorama in chiara evoluzione, Genisio?

«Svolgono un ruolo fondamentale per garantire il pluralismo, sancito dalla nostra Costituzione che prevede non solo il diritto di informare, ma anche il diritto dei cittadini di essere informati.

È in questo spazio che i giornali del territorio costituiscono una risorsa indispensabile per raccontare e dare voce, in un contesto sempre più globalizzato, a tutto ciò che è prossimità, identità e comunità. Il vortice informativo che attanaglia il quotidiano di ciascuno di noi necessita di una chiave interpretativa, di un punto fermo con cui potersi confrontare. I giornali locali lo offrono partendo da ciò che accade nella propria area di diffusione ma con uno sguardo più ampio. Il locale viene visto alla luce del mondo intero».

Dobbiamo cambiare il nostro modo di fare informazione anche sul giornale di carta?

«Svariati studi registrano la crescita del tempo giornaliero che ciascuno di noi passa utilizzando lo smartphone. Sempre più ricerche in ambito scientifico affermano che questo sta comportando un cambiamento, non sempre positivo, nel modo di apprendere. Le nostre abitudini si modificano con sempre maggiore velocità e anche l’informazione cartacea deve tenere conto dell’attuale contesto. Ciò non vuole dire che ci si deve completamente trasformare, ma che si deve essere in grado di leggere la mutazione. Il che non significa assecondare in pieno l’evoluzione, ma aiutare il lettore a trovare un giusto equilibrio».

Siamo in grado, oggi, di catturare l’attenzione dei giovani attraverso la Rete, visto che alcune ricerche li descrivono interessati alle notizie del territorio?

«Cercano le notizie del territorio, ma sono meno fidelizzati a una testata. I giovani navigano alla ricerca di risposte ai loro interrogativi. Non è semplice intercettarli, bisogna essere autorevoli e credibili. Inoltre, sono poco inclini a pagare l’informazione. Come in molti altri campi è compito degli adulti aiutare i giovani a ricercare e a pretendere una buona informazione: solo questa rappresenta un pilastro per la nostra democrazia».

m.g.o.

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