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The green experience con Coldiretti di Cuneo

The green experience con Coldiretti di Cuneo

SOSTENIBILITÀ Ripensare la viticoltura in chiave sostenibile, riportando al centro il terreno e la sua biodiversità. Dopo tre anni di sperimentazioni, è arrivato il momento di tracciare il primo bilancio di The green experience, progetto lanciato nel dicembre del 2015 da Coldiretti Cuneo, oggi diventato una certificazione collettiva a cui hanno aderito più di cento aziende piemontesi, ma anche un marchio.

Spiega Cesare Gilli, segretario Coldiretti di Alba: «L’idea di lanciare il marchio è nata da un obiettivo di fondo: rimettere in discussione i canoni attuali della viticoltura, per arrivare a una gestione del vigneto basata sul terreno, con metodi di lotta integrati e sostenibili, in grado di prendersi cura del paesaggio collinare, conservandone le risorse naturali e allo stesso tempo puntando alla massima qualità dei vini». Come l’erba tra le vigne, «non più vista come un agente infestante, ma un indicatore dello stato di salute dei vigneti».
Obiettivi più che attuali, in un periodo storico in cui la tutela ambientale è diventata un’urgenza e i consumatori sono sempre più attenti ai processi con i quali nascono i prodotti. The green experience prevede due disciplinari alternativi: «Il primo, contrassegnato dal logo di colore blu, si rivolge a produzioni attente alla sostenibilità ambientale, ma non ancora considerabili come biologiche. È un disciplinare che si innesta su quelli elaborati dall’Unione europea in materia agricola, vietando per esempio l’uso di diserbanti. In più, per aderirvi, devono essere adottate almeno due di cinque pratiche agricole considerate virtuose, come la concimazione organica o l’inerbimento come decoro rurale».

Il secondo disciplinare, più stringente e caratterizzato dal logo oro, si rivolge invece a produzione di tipo ecosostenibile, come quelle biologiche, con l’aggiunta di nuovi parametri: «Per esempio, il posizionamento di nidi per gli uccelli che servono al controllo degli insetti, come l’upupa, con ottimi risultati per le aziende che hanno scelto questa strada».

Un circuito verde e virtuoso, al quale si aderisce attraverso controlli effettuati da un ente terzo riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole. In caso di esito positivo, si ottiene la certificazione, con la possibilità di usare il marchio sulle etichette dei propri vini, su siti Internet e su ogni altro materiale promozionale. Fino a oggi la risposta è stata ottima: «Sono 115 le aziende che vi hanno aderito, pari a mille ettari di superficie vitata, ripartita tra 28 Comuni. In tutto, sono entrate nel progetto 15 denominazioni d’origine: è la nostra risposta ai problemi ambientali visibili anche nell’Albese», dice Gilli. Il concetto di fondo è chiaro: «Una viticoltura attenta all’ambiente è possibile e realizzabile, con l’aiuto di tecnici esperti. Oggi ci auguriamo di espandere la rete di The green experience, senza puntare per forza ai grandissimi numeri: preferiamo promuovere una crescita culturale, un approccio innovativo».

Francesca Pinaffo

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