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La carità al centro della vita di frate Mauro

La carità di frate Mauro: da Vezza a Torino passando per i

VEZZA La vita di Mauro Bongiovanni è come una strada ricca di curve. Quelle che lo hanno portato prima da Socco alla parrocchia di Vezza negli anni giovanili, poi sulle colline umbre dove ha mosso i primi passi sulle orme di Francesco d’Assisi. Altre curve nella vita le ha incontrate in Congo e nella parrocchia di Nice, dove è stato inviato dopo l’ordinazione sacerdotale. Oggi fra Mauro opera al centro carità del santuario di Sant’Antonio da Padova di Torino. «Mi sono avvicinato subito alle forme caritative. Prestare carità è da sempre al centro della mia vita. Il nostro centro si occupa delle tante sfaccettature con cui ci si può rivolgere a chi è in difficoltà, avvalendosi dell’aiuto prezioso di 120 volontari. Il primo aspetto è la mensa, che fornisce 6 giorni alla settimana un pranzo a 100 persone e 120 buste da asporto. Gli individui che vengono da noi sono uomini e donne, spesso anziani, che non riescono più a farcela, per difficoltà personali o sociali. Vi sono poi giovani smarriti, italiani o stranieri, che per diversi motivi si trovano vittime della loro fragilità».

Accanto alla distribuzione del cibo c’è il centro d’ascolto, cui si rivolgono tutti i frequentatori del santuario. «Esistono diversi sportelli, che vanno da quello per i giovani alle famiglie, dalle donne al lavoro». Attivo da due anni, lo sportello lavoro del centro carità di Sant’Antonio ha permesso di ottenere ottimi risultati per 22 ragazzi, seguiti in un percorso di ricostruzione personale attraverso il lavoro.

Il legame tra l’intraprendente francescano vezzese e il suo territorio d’origine è stato fondamentale. «Mi sono rivolto a diverse aziende albesi, riscontrando sempre disponibilità. Con alcune di loro abbiamo iniziato percorsi importanti che hanno portato i giovani a ritrovare una loro dignità di vita attraverso il senso del lavoro». La prima azienda ad aderire è stata la Nutkao di Govone, dove hanno trovato lavoro 5 ragazzi, passati oggi a tempo indeterminato. Poi è stata la volta dello studio di ingegneria Sgaa, dove opera come apprendista un giovane laureato albanese, dell’azienda Espert, che ha assunto 6 ragazzi, e di Fontanafredda, dove opera una ragazza. «Non posso che ringraziare Giuseppe e Davide Braida, i fratelli Simone e Massimiliano Gallo ed Enrica Garoglio. Con il loro interessamento queste persone sono state tolte dalla strada e guidate verso una vita serena e onesta. Ma il ringraziamento va esteso anche a quanti hanno affittato le case ai nostri ragazzi, riconoscendo il valore del progetto messo in campo dalla Frati minori Piemonte Onlus».

Perché la carità, spiega fra Mauro, non è solo dare un pasto caldo e rifornire 120 famiglie di una spesa quindicinale. «La carità è anche accogliere e accompagnare quanti vogliono cambiare la loro vita. È restituire insieme un percorso di speranza e di dignità».

Roberto Savoiardo

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