Gli chef di langa chiedono sgravi fiscali e dehor più ampi per salvare lavoro

Il Piazza Duomo al 17° posto tra i migliori ristoranti del Mondo
Enrico Crippa

ALBA La ristorazione delle Langhe, distretto enogastronomico ad alta concentrazione di locali stellati, non intende mollare sulla qualità e sull’occupazione alla ripartenza post emergenza Covid,  ma chiede sgravi fiscali, politiche di marketing per incentivare l’arrivo di turisti italiani e più dehor a costi calmierati.

«La nostra cucina – ha detto il presidente del Consorzio turistico Langhe Monferrato e Roero Ferruccio Ribezzo al Food & wine tourism forum on-line organizzato dall’Ente turismo dell’area piemontese – è più difficile per le preparazioni lunghe e le cotture al momento. Ha pertanto un equipaggio che non può essere ridotto ma per salvare l’occupazione servono sgravi dei contributi. E dopo aver fatto il pieno di stranieri, dobbiamo far un buon marketing con gli italiani».

«Il momento è difficile – ha sottolineato lo chef Enrico Crippa del ristorante tristellato Piazza Duomo ad Alba – ma come in un dettato a scuola siamo al punto e accapo. Spero di ricominciare, mantenendo anche la consegna a domicilio per compensare i coperti che perderemo per il distanziamento sociale imposto. E dobbiamo lavorare ancor di più con gli artigiani, gli allevatori, gli agricoltori del territorio perché deve girare anche l’economia attorno».

«Il mondo non è più lo stesso ma non serviranno altre linee di cucine perchE ognuno di noi ha storia e identità», per Walter Ferretto chef del ristorante stellato Il cascinale nuovo di Isola d’Asti. «Siamo lavoratori, siamo di origine contadina, e continueremo a dimostrare ospitalità. Ma certo ci devono dare agevolazioni».

Massimo Camia, che fa ristorazione dal 1990 a La Morra e ha 20 anni di stelle Michelin, ha osservato: «negli ultimi due anni in Langa abbiamo vissuto momenti di euforia. Ora con l’emergenza abbiamo capito che la qualità può assumere forme diverse, intendo mantenere asporto e consegna a domicilio. Il mio ristorante ha 60 coperti, dovrò ridurli a un terzo. Chiedo ai clienti di esserci al fianco anche negli infrasettimanali».

Più carico e ottimista Davide Palluda chef ristorante e osteria All’enoteca di Canale: «ho già pronta la giacca da lavoro; dobbiamo essere positivi, determinati e forti. Ma senza avviare battaglie sui prezzi perché farebbero pensare ad un allontanamento dalla qualità. Le istituzioni – ha concluso – dovrebbero aiutare i giovani imprenditori, le new entry che, in avvio di investimento, rischiano di rimanere nella rete».

Ansa

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