Lo Spirito rende più saldi i legami nella comunità

PENSIERO PER DOMENICA – SOLENNITÀ DI PENTECOSTE – 31 MAGGIO

«Mandi il tuo Spirito e rinnovi la faccia della terra»: il ritornello del salmo responsoriale offre una efficace chiave di lettura di questa Pentecoste. Mentre stiamo faticosamente uscendo da una quarantena ben più lunga della proverbiale Quaresima, ci interroghiamo su quali dovranno essere le nostre scelte. Accogliere il dono dello Spirito è credere alla possibilità concreta di un rinnovamento interiore e di nuovi stili di vita all’interno delle nostre comunità.
Lo Spirito rende più saldi i legami nella comunità

L’azione unificante dello Spirito. Scorrendo i testi del Nuovo Testamento, scopriamo che lo Spirito può operare in modi diversi nella nostra vita: è il Consolatore, il Paraclito, la guida alla comprensione piena della Parola, il maestro di preghiera… Nelle letture proposte per la solennità della Pentecoste (At 2,1-11; 1Cor 12,3-13; Gv 20,19-23), l’accento cade sull’azione unificante dello Spirito Santo. Il miracolo delle lingue, raccontato negli Atti degli apostoli, è paradigmatico: quando si è pieni di Spirito, cioè dell’amore di Dio, ci si parla e ci si capisce! Può essere questa l’indicazione di fondo per vivere l’attuale emergenza; far leva sull’unità, sulla comunione interpersonale, sulla ricerca di intenti condivisi. Questo può avere due traduzioni concrete: attraverso la valorizzazione delle relazioni e delle differenze.

Valorizzare le relazioni. Tutti abbiamo riscoperto e tanti hanno sottolineato l’importanza delle relazioni umane: nei tempi difficili sono ciò che tiene in piedi persone e comunità. Anche le nostre comunità ecclesiali si sono scoperte fragili e hanno retto le reti di relazioni forti: con Dio e tra i fratelli. Lo Spirito è principio di relazione: può trasformare il nostro cuore, può renderci capaci di amicizia e amore autentici, può farci nuovi, può renderci capaci di «narrare le opere del Signore».

Valorizzare le differenze. È san Paolo che a una comunità ecclesiale frammentata e divisa come quella di Corinto ricorda che «a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per l’utilità comune». Lo Spirito è il fondamento della comunità perché valorizza le differenze: certifica che ciascuno di noi è unico, speciale e, proprio per questo, può offrire alla comunità un apporto esclusivo. Il fine a cui tendere ci viene suggerito dalle prime parole di Gesù risorto, secondo il Vangelo di Giovanni: «Pace a voi». Quando si lavora per la pace, a tutti i livelli, lì c’è la garanzia della presenza dello Spirito di Dio.

Lidia e Battista Galvagno

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