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Emergenza alimentare: gestione fondi contestata dalla minoranza

Il 10 per cento delle famiglie braidesi ha dovuto ricorrere agli aiuti per avere il cibo

Emergenza alimentare: gestione fondi contestata dalla minoranza

CONSIGLIO Numerosi i punti all’ordine del giorno nel Consiglio di lunedì 25 maggio, svoltosi per via telematica, che si è aperto con il ricordo dei defunti degli ultimi mesi, a cui è stato dedicato un minuto di silenzio, e il ringraziamento a chi ha dato il proprio contributo durante la situazione emergenziale.

Tra le tante tematiche, ampio spazio è stato dedicato alla seconda delle tre variazioni di bilancio presentate, su cui la minoranza è andata all’attacco. Oggetto di dibattito è stata, in particolare, la gestione dei fondi destinati all’emergenza alimentare, arrivati dal dipartimento nazionale della Protezione civile: tale somma, pari a 157.223 euro, sarebbe stata elargita, fino al totale esaurimento, in maniera troppo celere, comportando, secondo Giuliana Mossino, consigliere del gruppo Lega, un rischio nel caso in cui si rendessero necessarie nuove forme di aiuto economico alla popolazione.

I consiglieri d’opposizione hanno poi espresso il proprio disappunto circa la mancanza di condivisione di informazioni, accusando la maggioranza di aver preso importanti decisioni, come quelle relative ai criteri d’accesso agli aiuti economici, in autonomia. A controbattere è stata Lucilla Ciravegna, assessore ai servizi sociali, che ha evidenziato come la celerità fosse uno dei requisiti richiesti dalla circolare ministeriale e sottolineando la precisione dei criteri stabiliti dalla maggioranza per l’accesso alle forme di sostentamento.

Da questo dibattito Davide Tripodi, capogruppo della lista Bra domani, ha preso spunto per una riflessione in ambito economico circa lo stato di salute della cittadinanza braidese: «Mi preoccupa che tale misura di sostegno abbia riguardato circa il 10 per cento delle famiglie»; oltre ai fondi statali, si è infatti reso necessario lo stanziamento di ulteriori 44mila euro da parte del Comune. Nel corso del dibattito, Annalisa Genta, capogruppo di Coraggio si cambia, ha ventilato l’ipotesi, vista la situazione di crisi creata dal coronavirus, di non procedere all’acquisto del terreno dell’ex scalo merci; su questo tema, la minoranza si è spaccata, con Genta che si è ritrovata isolata: gli altri consiglieri d’opposizione hanno infatti sottolineato la necessità di comprendere il reale impatto sull’economia, prima di decidere di non acquistare un terreno posto in un’area strategica per la città (da destinare, comunque, a un uso diverso rispetto a quello proposto dalla maggioranza, che lo vorrebbe destinare alla nuova scuola). La variazione è infine stata approvata, con l’astensione di Annalisa Genta e la contrarietà degli altri consiglieri di minoranza.

Dennis Bellonio

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