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Terrafutura, dialoghi sul mondo con il Papa

L’INTERVISTA Sette anni di amicizia e di confronto racchiusi un libro, che mette al centro la cura della casa comune: la terra, da secoli martoriata dall’uomo. È Terrafutura, il nuovo libro di Carlo Petrini, uscito per Giunti e Slow food editore. Tutto parte da tre dialoghi avvenuti negli anni tra il fondatore di Slow food e papa Francesco, che nel 2015 ha smosso le coscienze del mondo sui temi ambientali con l’enciclica Laudato si’.

Terrafutura, dialoghi sul mondo con il Papa
Carlo Petrini, 71 anni, fondò Slow food a Bra nel 1986.

Un concetto, quello di ecologia portato avanti da Petrini e dal Pontefice, che viene definito integrale, perché non si ferma alla superficie, ma va oltre, abbracciando la giustizia e la solidarietà tra gli uomini. Ad Alba, il libro sarà presentato domani, mercoledì 7 ottobre, alle ore 20,45 in sala Ordet (piazza Cristo re e in streaming sulla pagina Facebook di Gazzetta d’Alba). La presentazione albese sarà il primo degli incontri della rassegna intitolata all’enciclica, organizzata dal centro culturale San Paolo, dalla comunità Laudato si’ albese e dalla condotta Alba, Langhe e Roero di Slow food.

Carlo Petrini, qual è la genesi di Terrafutura?

«Il libro è il culmine di sette anni di amicizia con papa Francesco, cominciati con una telefonata e poi proseguiti con una serie di incontri e iniziative: dalla creazione delle comunità Laudato si’, ispirate all’enciclica del 2015, alla mia partecipazione al Sinodo dei vescovi sull’Amazzonia lo scorso anno. Dopo queste esperienze, i tempi erano maturi per concretizzare questo libro, i cui proventi serviranno a restaurare un edificio ad Amatrice, lesionato dal terremoto, con l’obiettivo di trasformarlo nella Casa futuro, un centro di studi improntato sul concetto di ecologia integrale».

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Qual è il messaggio che prima di tutto vuole trasmettere a chi leggerà il libro?

«Il valore del dialogo, una convergenza di idee e di opinioni tra mondi diversi, che si sono ritrovati uniti dal concetto di casa comune, il nostro pianeta da tutelare: penso che oggi il dialogo sia un valore prezioso».

L’uomo da secoli martoria il pianeta: ce la faremo a intraprendere la strada giusta?

«Un cambiamento repentino è impossibile: abbiamo intrapreso un percorso, che sarà fatto di tante tappe. Certamente non credo che ci si possa fermare solo al concetto di ecologia in senso stretto, ma sarà necessario andare oltre, arrivando ad abbracciare anche il concetto di solidarietà e di fraternità, che sono alla base della nuova enciclica di papa Francesco. I segnali positivi ci sono, come il movimento dei giovani dei Fridays for future, nato due anni fa, con effetti a livello globale».

Lei crede che la pandemia porterà anche una maggiore riflessione su questi temi?

«Siamo in un momento di passaggio, di cambiamenti profondi. E, come accade in questi casi, è inevitabile che ciascuno si fermi a riflettere con maggiore attenzione: pensare non vuol dire per forza imparare dai propri errori, ma in generale sono positivo verso il futuro».

Francesca Pinaffo

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